“L’hanno arrestato!” dice il giornalista. “Di quale crimine si è macchiato?” domanda il direttore. “Ha rapinato la giovane proprietaria di un negozio minacciandola con un coltello, alla chiusura ha fatto irruzione rubando l’incasso, poi l’ha violenta per ore, aveva una maschera, la proprietaria prostrata ha denunciato l’accaduto ai carabinieri che hanno aperto le indagini, sono arrivati a lui attraverso le analisti biologiche, anche altre donne indigene stuprate lo hanno riconosciuto e accusato, la famiglia ha cercato di proteggerlo dicendo che si trovata all’estero, uno stupratore seriale, era già stato condannato a quattro anni per stupro ma aveva fatto solo un giorno di carcere perché incensurato all’epoca, e la pena era stata sospesa, sono i vantaggi democratici” dice il giornalista. “E’ uno straniero?” domanda il giornalista. “Un giovane straniero colorato del sud regolarizzato” dice il giornalista. “Dai la notizia ma riguardo all’identità del criminale rapinatore stupratore seriale, scrivi che ci sono degli accertamenti in corso, non possiamo offendere la comunità del sud presente sempre più numerosa nel nostro paese, non possiamo dare un’idea negativa degli stranieri che ci arricchiscono ogni giorno, la diversità è forza, non possiamo fare discorsi d’odio, non possiamo suscitare odio nei loro confronti dicendo la verità e raccontando i loro crimini brutali, soprattutto adesso che i migranti illegali clandestini del sud approdano ogni giorno a migliaia sul suolo nazionale, non possiamo ostacolare il loro ingresso nel paese, non possiamo disturbare l’accoglienza e l’integrazione di questa gente così diversa da noi, non possiamo interrompere la catena di solidarietà, la catena umanitaria, non possiamo frenare la soppiantazione etnica degli indigeni nazionali soprattutto noi che siamo indigeni nazionali” dice il direttore. “Perfetto, ma non è finita” dice il giornalista indigeno. “C’è dell’altro?” domanda il direttore. “Un uomo ha spinto una donna con il suo bambino sotto un treno, la madre è in gravi condizioni, il bimbo indigeno è morto” dice il giornalista. “Era straniero?” domanda il giornalista. “Migrante colorato del sud accolto e integrato nel paese per ragioni di umanità” dice il direttore. “Le motivazioni?” domanda il direttore. “Sconosciute, non conosceva le vittime, spingeva le persone in attesa sulla banchina sotto il treno in arrivo, alcuni sono riusciti a scampare alla morte, la madre col bambino è stata colta di sorpresa ed è finita schiacciata sotto il treno” dice il giornalista. “Come sopra, scrivi che il criminale è stato fermato ma che l’identità è in fase di accertamento, non possiamo creare ostilità contro questa povera gente, soprattutto adesso che li dobbiamo accogliere ogni giorno a migliaia, soprattutto adesso che ogni giorno navi cariche di dolente umanità straniera del sud approdano ogni giorno sulle coste nazionali, non possiamo distruggere la narrazione umanitaria che da anni insieme a politici, intellettuali, notisti umanitari di ogni specie, edifichiamo per agevolare la soppiantazione etno indo” dice il direttore. “Perfetto” dice il giornalista. “Mi raccomando solo un trafiletto, qualche riga in coda al giornale, le pagine iniziali, come ogni giorno da anni, le voglio sulla privazione della libertà inflitta ai questi poveri migranti trattenuti sulle navi al largo delle coste nazionali, le prime pagine le voglie dedicate alle condizioni di salute dei sequestrati, torturati peggio che nei centri di detenzione e smistamento del sud, sono tutti maschi, giovani in età militare, le nostre donne sono impazienti, mi è giunta notizia che oggi dalle coste del sud ne sono partiti altri tremila, voglio la situazione esatta, bisogna suscitare empatia, onde emotive che giustifichino gli sbarchi incessanti, sui canali televisivi le notizie degli stupri e degli omicidi degli infanti non devono arrivare nemmeno di sfuggita, totale silenzio, è questa la vera libertà informativa, quello che non serve lo scartiamo, più liberi di così! Solo le notizie delle sofferenze dei migranti che partono dal sud rischiando la vita per approdare sulle nostre coste non presidiate dai militari che al contrario, invece di arginarla, facilitano l’invasione e lo rivendicano con orgoglio, e noi egoisti nonostante tutte le sofferenze patite da questi giovani ragazzi muscolosi e palestrati, pronti a ingravidare le nostre giovani ragazze, ci rifiutiamo di accoglierli! Bisogna suscitare senso di colpa negli indigeni nostri fratelli! Bisogna spingere sulla necessità di accoglierli, tutti indistintamente, che importa se solo il tre per cento sono veri profughi di guerra, l’umanità non guarda in faccia a nessuno, sono tutti da salvare, tutti da accogliere, siamo in denatalità, loro in boom demografico? Tecnicamente siamo noi a dover essere salvati? E chi se ne frega! L’umanità è cieca come l’amore! Bisogna accoglierli tutti quanti, stanziare fondi per tutti, perché l’integrazione richiede molte risorse economiche, siamo in crisi economica da anni? Me ne frego! I soldi per i migranti si trovano sempre! Miliardi ogni anno per i migranti clandestini illegali del sud! Abbiamo milioni di poveri indigeni! Me ne frego, i miliardi diamoli ai giovani neri del sud! Ci crederesti mai? Clandestini illegali stranieri del sud a milioni presenti nel nostro paese, in attesa di ricevere la risposta alla domanda d’asilo che hanno fatto gratuitamente, anche se non sono profughi di guerra, domanda e attività legali gratuite sia chiaro, grazie all’istituto del gratuito patrocinio, perché non avendo reddito i migranti illegali clandestini del sud, devono ricevere assistenza legale gratuita, si avete capito bene signori! E’ questa la democrazia, sono questi i diritti universali, i migranti illegali ricevono gratuitamente quello che gli indigeni devono pagare profumatamente, è questa l’uguaglianza, la tutela dello straniero illegale debole! Vi prudono le mani? Grattatevi! I migranti non possono stare con le mani in mano, non possono annoiarsi mentre aspettano le sentenze dei giudici, dobbiamo intrattenerli, in primo luogo dobbiamo dargli un alloggio, poi del denaro per sopravvivere e le sigarette, dei vestiti, da mangiare, e poi dobbiamo insegnargli la lingua, dobbiamo garantirgli i servizi essenziali, dobbiamo pensare preoccuparci della loro salute, se vanno di corpo, se la dieta è di loro gradimento, dobbiamo pensare a dargli un’istruzione persino, dobbiamo insegnargli la lingua così si integrano più in fretta, e che importa se sono clandestini illegali che non hanno diritto a stare nel nostro paese, non importa un bel niente, love is love, durante la loro permanenza illegale nel nostro paese devono svolgere corsi professionali, corsi sportivi, devono socializzare con gli indigeni e inoltre, dobbiamo garantirgli delle attività ricreative per la positiva gestione del tempo libero, e visto che sono tutti giovani maschi in età fertile, dobbiamo garantirgli anche il diritto riproduttivo con le nostre ragazze certamente, e con chi se no? E’ un atto discriminatorio non garantire il diritto sessuale universale dei poveri migranti, anche loro devono potersi sfogare, ed è giusto ricordare, come insegna il Padre della Psicomentalogia, la repressione sessuale genera nevrosi e patologie, per evitare che i migranti contraggano delle nevrosi psicopatologiche, dobbiamo farli copulare abbondantemente con le nostre giovani ragazze, devono poter godere, devono figliare, così ci arricchiscono! Perché l’umanità non fa distinzioni di sorta!” dice il direttore. “Perfetto, do disposizioni” dice il caporedattore.
Condividi i nostri articoli
Unisciti ad altri migliaia di visitatori giornalieri!
Se non conservi ciò che ami, se non ti prendi cura della tua casa, non stupirti se va in rovina! Iscriviti alla newsletter!