“Qual è l’anima della sua nuova collezione? Uno slogan” domanda il giornalista. “Il nero ci dice quello che siamo!” dice la stilista. “E quello che saremo, molto stimolante!” si complimenta il giornalista. “Grazie” ringrazia la stilita di successo amante del nero. “Un altro slogan” dice il giornalista. “Non abbiate paura della diversità” dice la stilista senza paura. “Molto suggestivo ma anche molto pontificale” dice il giornalista. “Io ho sempre avuto questa convinzione, la diversity ci rende più forti, e ho sempre amato il colore nero, è decisamente meglio del colore bianco, il bianco ha stufato, è giunta l’ora di dire basta al bianco, il bianco va abolito ovunque, non sta bene con niente, è peggio del virus virale mortale, appiattisce tutti gli abiti, si sporca subito, esalta le imperfezioni, ingrassa, il nero invece valorizza la personalità, trasforma ogni difetto in punto di forza, il nero ci rafforza questo è indubbio, per questo il nero è quello che siamo e soprattutto quello che saremo, il nero scalzerà definitivamente il bianco appiattente, finalmente dico io!” dice la stilista amante del nero. “Sono d’accordo, finalmente! Una sfida” dice il giornalista vestito di bianco. “Prego” dice la stilita eccitata. “Le chiedo un altro slogan per la sua nuova collezione!” dice il giornalista. “Niente di più facile, quest’anno ho scelto le tutte, le divise da lavoro, le ho rielaborate e ne ho fatto capi di alta moda, un altro slogan che le posso darle è questo, siamo tutti uguali” dice la stilista. “Molto originale! Grazie! Perché ha scelto proprio le divise da lavoro?” domanda il giornalista. “Perché travalicano i generi stereotipali oppressivi uomo donna, maschio femmina, sono tranxsx, oltre, superano le dicotomie di facciata artificiali, innaturali, e in linea con la natura, ugualizzano gli esseri umani tutti, e questo è un bene, la donna con la tuta da lavoro non è più sottomessa all’uomo e al bambino che le ruba gli anni migliori della sua vita e la possibilità di una carriera di successo, la donna è uguale all’uomo, e così l’uomo è uguale alla donna, è donna, e in quanto donna non ha necessità di opprimere, prevaricare, ingravidare, stuprare la donna, nessuno ormai crede più alle fandonie dicotomiche innaturali uomo donna, maschio femmina, la Vera Scienza ci da ragione, i generi non esistono lo sanno anche i bambini istruiti negli asili dai tranxsx, siamo uguali, finalmente uguali e la tuta tranxsx è il simbolo perfetto di questa ugualitudine totale, totalistica!” dice la stilista ugualitaria. “Qual è l’obiettivo della sua nuova collezione? Vendere tute da lavoro?” domanda il giornalista. “Scardinare l’uomo, scardinare gli stereotipi di gensx, fare dell’uomo una donna e della donna una donna rafforzata, abbattere le barriere, i confini mentali e territoriali, lasciare entrare la diversity, perché come possiamo osservare ogni giorno, la diversificazione social arricchisce, rende strong!” dice la stilista. “Il nero domina nelle sue collezioni!” dice il giornalista. “Il nero domina! Il nero è un colore molto dotato, naturalmente dotato, molti hanno istintivamente paura del nero, le dimensioni spaventano, ma non è così, se lo lasciate entrare nei vostri gusti il nero piace, appaga molto, delizia, gratifica a dismisura, il nero è come il paradiso, il paradiso è nero, il nero è ricco di risorse nascoste, da piacere a chi lo prende, a chi lo indossa, è più resistente, dura a lungo, non si lascia sgualcire, usurare, ed è molto fertile, non è impotente, sterile, come il bianco, è ricco di semi fertili che arricchiscono la nostra gente appassita, senza fantasia, senza futuro, morta” dice la stilista. “Vedo che ha scelto il crossgendx” dice il giornalista. “Certamente, perché costruire due guardaroba quando puoi averne uno solo? Il maschio deve indossare il cappotto decorato con motivi floreali inno alla couture della donna e la donna quello ruvido dell’uomo, perché diversificare quando si può avere unity? Il mio intento è quello di sfumare le differenze genxsx, appiattire ogni asperità, evirare il maschio, indurire la donna, perché il maschio non può indossare la gonna di chiffon? Una rete di paillettes? Perché no? Dove sta scritto? Perché l’uomo non può indossare una canotta in organza vedo nudo vedo il pelo? Perché la donna si e l’uomo no? Dove sta scritto che l’uomo non può usare gli assorbenti? Infatti sto lanciando un nuovo prodotto assorbente genxsxfree, per tutti, uomo e donna, anche l’uomo come la donna ha fori sanguinanti, allora perché non appianare questa disparità di genxsx? Perché non fermare le discriminazioni per tutti? Le categorie non esistono, esistono gli esseri androgenx totalmente free! Per questo gli uomini e le donne devono vestire uguali, stesse borse, stesse scarpe, stesse giacche, stessi cappotti, stesse gonne, stesse mutande, stesse canotte, stessi pantaloncini, stessi foulard-veletta in testa al posto dei cappelli all’occidentale, stessi assorbenti persino, tutti uguali! Uguali! Tutti sottomessi, come operai in fabbrica, finalmente liberi!” dice la stilista anti-perdite. “La moda influenza, anticipa, prepara la realtà?” domanda il giornalista. “Non scherziamo, la moda non influenza nulla, la moda registra, si adegua, trae costantemente ispirazione dalla realtà, per esempio, l’idea per la mia nuova collezione mi è venuta osservando, dalla mia autovettura in conda in centro città, un uomo nero nudo che faceva un balletto sensuale in mezzo a un incrocio molto trafficato alle otto di mattina, le parti intime esposte alla contemplazione estasiata degli impiegati in marcia verso gli open space, dei bambini in marcia verso le scuole dell’obbligo, delle donne libere in marcia verso l’ufficio, e improvvisamente ho avuto un’illuminazione, ho chiamato in ufficio per fissare delle riunioni creative con i miei collaboratori, il nero rende creativi, è molto eccitante” dice la stilista. “Uno slogan finale” dice il giornalista. “Viva gli esseri uguali, free, provenienti da ogni parte del mondo, senza confini, perché l’inclusività ci da speranza anche se devo ammettere, il nero è meglio del bianco!” dice la stilista.
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