“Abbiamo portato a termine la demolizione della parte restante del ponte che non è crollata” dice l’ingegnere. “Uno spettacolo mozzafiato! Un boato sordo e in pochi secondi il ponte non c’era più, completamente polverizzato” dice il giornalista. “Esattamente sei secondi l’abbiamo cronometrato” dice orgoglioso l’ingegnere. “Siete molto precisi” dice il giornalista. “Precisissimi, in operazioni così delicate non possiamo sbagliare, tutto deve essere calcolato al millimetro, la zona era stata precedentemente evacuata, parliamo di quattromila persone, è meglio prendere tutte le precauzioni e rispettare tutte le misure di sicurezza, il traffico autostradale è stato bloccato in un’area di cinquecento metri di distanza dai piloni da demolire” dice con tono responsabile l’ingegnere. “Quale esplosivo avete adoperato per farlo crollare?” domanda il giornalista. “Dinamite al plastico collocata sui piloni del viadotto semidistrutto dal precedente crollo strutturale dovuto all’usura e alla scarsa manutenzione, l’esplosivo è stato piazzato dai militari del decimo reggimento d’assalto, pochi secondi e la struttura è collassata, completamente polverizzata, gli idranti e le vasche d’acqua sono serviti per abbattere al suolo le polveri, non escludiamo la presenza di fibre d’amianto, l'implosione controllata ha avuto esito positivo, un completo successo!” dice orgoglioso l’ingegnere. “Tutti hanno potuto constatarlo” dice il giornalista. “Grazie” dice orgoglioso l’ingegnere responsabile. “Però è curioso” dice il giornalista. “Che cosa trova curioso mi dica” dice l’ingegnere responsabile. “Anche il primo crollo, quello della navata centrale, quello che le autorità attribuiscono a un presunto cedimento strutturale e alla cattiva manutenzione, è avvenuto in pochi secondi, circa sei secondi” dice il giornalista. “E’ crollata di schianto” dice l’ingegnere. “Quel giorno c’era molta nebbia, pioveva forte, la visibilità era molto ridotta, le numerose telecamere avevano dei problemi e non hanno potuto riprendere il crollo controllato, abbiamo solo pochi frammenti d’immagine che ci mostrano il crollo repentino, ma quello che mi fa riflettere è che i tempi e le modalità dell’evento sono quelli di una demolizione controllata, pochi secondi, la struttura si è completamente polverizzata, come durante la vostra demolizione controllata, la pioggia molto forte ha abbattuto le copiose polveri, in quei pochi frammenti d’immagine a nostra disposizione si nota un forte bagliore, una luce improvvisa, seguita da un sordo boato, esattamente come durante la vostra demolizione controllata, i ponti come gli edifici non crollano di schianto, non si polverizzano di schianto, ci sono molti elementi su cui riflettere, molte, troppe analogie che francamente mi lasciano molto perplesso” dice sospettoso il giornalista. “Se si verificano contemporaneamente molte condizioni particolari, allora è possibile che le strutture crollino di schianto e si polverizzino come avviene durante una demolizione controllata, il cemento era secco, di cattiva qualità, molto probabilmente la sabbia adoperata era sabbia di mare non trottata ricca di sale, inoltre i tiranti in acciaio ad alta resistenza erano arrugginiti, corrosi internamente, questo ha determinato lo stappo e il susseguente cedimento dell’elemento orizzontale e così la struttura è collassata improvvisamente sbriciolandosi producendo una reazione a catena, il pilone centrale di cento metri si è polverizzato, producendo luce e sordi boati proprio come in una demolizione controllata, la luce potrebbe essere stata prodotta dai lampi temporaleschi, si tratta si fenomeni tipici riscontrabili” dice rassicurante l’ingegnere. “L’acciaio si arrugginisce?” dice perplesso il giornalista. “In particolari condizioni ambientali fisico chimiche sì, sono molto preoccupato” dice convinto l’ingegnere. “Da che cosa?” domanda il giornalista. “Dalle sue condizioni di salute” dice l’ingegnere. “Perché?” domanda perplesso il giornalista. “Osservando le sue riflessioni in merito all’evento del crollo del ponte in quella grande città marina, ci sono molti elementi che mi portano a credere che lei potrebbe essere stato infettato dal virus immaginex, un virus estremamente pericoloso che rende le sue vittime estremamente paranoiche, soggette ad allucinazioni persistenti e a sbalzi repentini d’umore del tutto immotivati, con atteggiamenti e pensieri psicotici e aggressivi che portano i soggetti infetti a dubitare delle versioni ufficiali dei fatti salienti fornite dalle Autorità competenti, sono preoccupato perché al momento non ci sono cure che possano debellare il virus, l’unico rimedio efficace sono le scosse elettriche e l’asportazione di aree prestabilite di massa cerebrale, tanto più l’infezione è grave tanto più i malati vedono complotti ovunque e tanto più gli psichiatri sono costretti ad asportare aree sempre più grandi di massa cerebrale, le suggerisco quindi di farsi visitare al più presto presso un centro specializzato governativo” dice l’ingegnere. “Non c’è modo di evitare l’infezione di questo virus?” domanda il giornalista. “L’unico modo accertato per non rimanerne infetti e per non subire le cure elettriche lobotomizzanti, è quello di accettare senza discussioni tutte le versioni ufficiali dei fatti salienti, per quanto assurde e irreali possano apparire, INDIPENDENTEMENTE dalle prove e dalle evidenze che ne dimostrano la totale inconsistenza” dice l’ingegnere. “Adesso che ci penso mi è già capitato di vedere in passato l’acciaio arrugginirsi e corrodersi come il ferro, viva la libertà!” saluta il giornalista. “Viva la libertà!” saluta l’ingegnere.
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