“Dove?” domanda il direttore. “All’uscita di un locale” dice il caporedattore. “Era giovane?” domanda il direttore. “Una studentessa” dice il caporedattore. “Lo stupratore?” domanda il direttore. “Un uomo” dice il caporedattore. “Era straniero?” domanda il direttore. “Quando si tratta di stranieri dobbiamo usare l’indeterminato uomo, per indicare un individuo adulto di sesso maschile, appartenente alla specie umana, nessun altro dettaglio ci è concesso, diverso se si tratta degli indigeni” dice il caporedattore. “Lo so bene, quando sono stranieri, anzi, è sbagliato chiamarli stranieri, clandestini o migranti, dobbiamo chiamarli ‘nuovi cittadini’, quando si tratta di ‘nuovi cittadini’, è direi che si tratta quasi sempre di loro, dobbiamo essere indeterminati, non possiamo offendere sensibilità, o cosa peggiore, suscitare odio razzastico tra la gente indigena, paura del diverso, abbiamo visto, non c’è nulla da temere, il multiculturs è un successo, non può essere messo in discussione!” dice il direttore. “Certo, uomini cittadini, il discorso è che la gente ormai ha capito” dice il caporedattore. “Che cosa?” domanda il direttore. “Che quando nei casi di cronaca e di criminalità, assalto armato, furto, stupro, violenza, degrado, parliamo di uomini, si tratta di migranti stranieri spesso clandestini illegali, mentre se facciamo nome e cognome, e ci ricamiamo sopra una bella storia da romanzo giallo, con tanto di retroscena, vita passata degli assalitori assassini, allora sono per forza indigeni, perché per gli indigeni va bene mostrare tutta la loro efferatezza, perché gli indigeni devono essere mostrati violenti, efferati, carichi di colpa, perché la colpa implica riparazione, la gente ha capito che la stampa anche attraverso i comuni articoli di cronaca, mira a colpevolizzare gli indigeni, senso di colpa utile a fargli accettare, per riparazione, tutto quello che gli viene imposto, anche in termini di accoglienza di migranti, solo che adesso la situazione è diventata ingestibile” dice il caporedattore. “Lo so ma noi dobbiamo fare il nostro lavoro e riportare i fatti come ci viene detto di fare altrimenti siamo out of business! Il Mercato, Libero sia chiaro, non tollera atteggiamenti identitari nazionalisticheggianti di sorta, sono considerati criminali, estremistici, ultra, xeno, prematism, con tutto ciò che questo comporta, braccio alzato, guerra totale, morte!” dice il direttore. “La giovane è stata avvicinata da un uomo che l’ha costretta a un rapporto sessuale non consensuale, il criminale uomo, l’ha violentata per ore, un altro caso poche ore prima, una ragazza è stata violenta in mezzo alla strada, come una cagna, sempre da un uomo, un individuo adulto di sesso maschile, appartenente alla specie umana, che ha usato una bottiglia di vetro rotta per bloccare la sua vittima massacrata con pugni e calci prima di essere violentata dall’uomo, un altro uomo è stato l’autore di una rapina ai danni di una giovane donna in centro città al nord, furto seguito da un violento stupro, sappiamo che l’uomo è non occupato ed è presente nel paese grazie a un permesso soggiornativo umanitaristico, potrei continuare, si tratta sempre di uomini, sono tutti uomini, le pattuglie della polizia fanno su e giù per la città a inseguire uomini umani, è un’epidemia, ma non possiamo nemmeno denunciarlo!” dice il caporedattore. “Altrimenti ci accusano di essere una testata estremista xeno premal! Informati per deliberare!” dice sconsolato il direttore. “Leggevo le statistiche, nella principale città del nord è una vera e propria emergenza, ogni dieci ore c’è uno stupro commesso da uomini, abbiamo intervistato la magistrata che si occupa di questi casi, dice che sono in aumento sopratutto i casi all’interno dei mezzi pubblici, o sotto la metropolitana, ma siamo fiduciosi, dice la magistrata donna” dice il caporedattore. “Perché dobbiamo essere fiduciosi?” domanda il direttore. “Perché c’è un dato positivo” dice il caporedattore. “E qual è il dato positivo?” domanda il direttore. “Il dato positivo, secondo la magistrata è che aumentano le denunce delle violentate, in passato le vittime non denunciavano, una bambina di dieci anni, a detto la magistrata, è persino riuscita a fotografare il suo aggressore mentre veniva abusata!” dice il caporedattore. “L’uomo ha un talento incredibile nel riuscire a cogliere elementi positivi anche nelle situazioni più disperate” dice sconsolato il direttore. “Con tutti questi ‘uomini’ che stuprano giovani donne, un’emergenza abbiamo visto, una vera e propria epidemia, che investe non solo il nostro paese, ma tutto il continente nordico, con le stesse identiche dinamiche, con tutti questi elementi di fatto, c’è chi, giustamente, prova a trarre le conclusioni attribuendo la colpa di questo degrado ingestibile alle politiche migratorie accoglitive” dice il caporedattore. “No! Guai! Falsità! Razzasmo! Odio xeno! Premal Ultra!” dice il direttore. “Certamente, chi, guardando i dati, vedendo tutti questi ‘uomini’ criminali, attribuisce ai migranti la colpa dei crimini, è accusato di xeno ultra premal total!” dice il caporedattore. “E le donniste?” domanda il direttore. “Se un indigeno schiaffeggia un’indigena, fanno una manifestazione in piazza urlando contro l’indigeno maschio affetto da mascolinità tossica meritevole di castrazione chimica, se uomini di chiara origine etno, fanno quello che fanno ogni giorno, silenzio, ancora una volta l’obiettivo è quello di schiacciare l’indigeno candido, colpevolizzarlo, reprimerlo, e in definitiva, rimpiazzarlo” dice il caporedattore. “Basta filosofia, torniamo al lavoro, torniamo alle cose serie!” dice il direttore. “Ho raccolto molto materiale, facciamo un’inchiesta, un reportage, prima pagina, pubblicità martellante? Suscitiamo una bella onda emotiva nell’opinione pubblica? Ci riprendiamo in mano le redini del nostro destino?” domanda il caporedattore. “Non scherzare...” dice il direttore.
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