“Si tratta di reato omissivo!” dice l’infedele.
“E’ una bestemmia, Egli non può commettere reati, solo le sue creature imperfette possono, Egli è la Perfezione Ineffabile” dice il prelato.
“La Perfezione che ha creato l’imperfezione, l’imperfetto, il creatore del male è corresponsabile del male che ha creato, la Perfezione Ineffabile invece d’impedire il Male lo cagiona costantemente, ne è l’origine” dice l’infedele. “Inaudito! Egli non può commettere il Male ma solo il Bene, questa è una conoscenza condivisa dall’uomo da millenni, il Bene, è questa l’Essenza della Sua Perfezione” dice il prelato.
“Il Male è ovunque, se Egli ha creato tutto e il Male è ovunque, Egli è il Male” dice l’infedele.
“Questa è bestemmia! Egli ci ha dato la Libertà, ci ha dato la possibilità di scegliere, non è Colpa Sua se l’uomo sceglie il Male, la colpa è dell’agente libero che coscientemente opta per il Male preferendolo al Bene, il Bene è sacrificio, condivisione, pazienza, comprensione, compassione, forza, perché per fare il Bene bisogna essere forti, il Male invece è facile, appagante nell’immediato ma deleterio a lungo andare, il Male è illusione, è prevaricazione, è sottomissione ai più bassi istinti, il Male è cecità, stupidità, assenza di Luce, Egli ha creato l’uomo libero e l’uomo libero ovunque sceglie il Male, Egli ci ha fatto del Bene dandoci la Libertà di scelta ma l’uomo egoisticamente sceglie il Male e questa sua scelta è un’offesa per il Creatore che con infinita magnanimità ci ha concesso la Libertà, il Bene più prezioso” dice il prelato.
“Un uomo liberamente sceglie il Male, un uomo, esercitando il suo libero arbitrio, sceglie il Male, il Creatore privilegia il libero arbitrio dell’uomo che sceglie il Male” dice l’infedele.
“Perché? In che modo il Creatore sostiene il Male?” domanda il prelato.
“In questa regno, in questa realtà, la libertà, di movimento, d’azione, di pensiero, di volontà è legata alla forza, al potere, nulla è possibile senza il potere d’incidere in questa realtà materiale, essere libero, il libero arbitrio non è un concetto disgiunto dal Potere di fare, un uomo schiavo, in catene, prostrato dagli stenti, dalle restrizioni, dalle mancanze, dalle privazioni, ogni desiderio compresso, umiliato, costantemente privato delle sue migliori facoltà, in che modo può essere detto libero? In che modo lo si può pensare dotato di libero arbitrante? Il libero arbitrio è la libertà di fare e di non fare, di fare il Bene o fare il Male, ma un uomo schiavo, debole, senza possibilità, ingranaggio del sistema corrotto, in che modo può dirsi libero? La libertà è legata al potere e il potere, l’uomo di potere, esercitando il suo libero arbitrio sceglie il Male, l’uomo privo di potere, costretto a subire le scelte sbagliate del potere, che anche vuole ma costantemente non può fare, non può concretare il suo volere, per quanto benigno, per quanto cosciente, per quanto solidale, compassionevole, non può esercitare il suo libero arbitrio ma è costretto a subire il libero arbitrio del Male, da queste considerazioni è facile comprendere come l’Altissimo, avendo dato all’uomo il libero arbitrio ma avendolo privato del potere di esercitarlo, lasciando questo potere nelle mani di pochi che lo esercitano non per il Bene condiviso, ma per il Bene proprio esclusivo e per il Male di tutti gli altri che non sono lui, non possiamo che concludere che Egli è il Male, il Signore del Male e non il Signore del Bene come costantemente ci viene inoculato nella mente fin da piccoli, e questa constatazione rientra perfettamente all’interno della grande regola dell’inversione, che sostiene l’inversione dei valori, quello che si dice Male è Bene e quello che si dice Bene è Male, se il Signore si dice Bene, allora è Male!” dice l’infedele.
“Questa è Bestemmia! Questa è Eresia! Questo è il Segno del Maligno!” s’indigna il Prelato.
“In passato le Divinità, molteplici, venivano rappresentate assise sulle nuvole intrattenute dalle vicende umane, quando l’ingiustizia o lo squilibrio era troppo soverchianti, intervenivano per ristabilire parità, equità, giustizia, non nell’aldilà dov’è chiaro che tutto è perdonato per inevitabile assenza di memoria dell’accaduto, non nell’aldilà quindi, non nel mondo ultraterreno impalpabile quanto inesistente, ma qui, adesso, subito nel reale, nella materialità concreta del reale, il Loro era un intervento consistente, materiale, utile, visibile, manifesto, efficace, che spesso coincideva, essendo questa realtà fondata sul Potere, nell’attribuire, nel concedere agli svantaggiati, ai deboli, la Forza, il Potere Straordinario di efficacia sul reale, tale per cui lo svantaggiato perché debole, fosse messo nelle condizioni di ribaltare la sua sorte avversa, di esercitare il suo Libero Arbitrante come il suo carnefice, in grado di combattere ad armi pari con il nemico soverchiante, ripianare l’ingiustizia subita, facendo pagare al perpetratore dell’ingiustizia l’ingiustizia perpetrata al debole perché debole, perché, come prescrivono le leggi di natura e come sanno bene anche i bambini a scuola, nessuno si sogna di andare ad angariare colui che è più forte di te, e questo perché un’altra legge di natura prescrive la propria sopravvivenza come essenziale, anche la religione corrente, descrive la divinità come onnisciente, onniveggente, onnicomprensiva, ma, diversamente dalle Divinità del passato, passiva, uno sguardo passivo sulle cose del mondo create, i conti saranno fatti solo dopo la morte quando sarà venuta meno l’utilità, la stessa ragione della Giustizia, ma se Egli vede tutto, se egli conosce tutto, se egli è nei cuori degli uomini creati, se a Lui nulla è nascosto, se vede il Male e non lo ferma riportando equilibrio, come gli dei del passato, qui ed ora, adesso, allora Egli non è Buono, ma è corresponsabile del Male, Egli è il Male, perché, potendolo fare, avendo la Forza Infinita di farlo, non impedire il Male equivale a cagionarlo, perché chi potendolo fare, Egli può tutto come dite voi teologici, rimane inerte, non impedisce un’azione deleteria, non agendo è colpevole del Male, perché se un uomo omette di soccorrere un uomo svantaggiato, commette un crimine penale, mentre se Egli che tutto vede, che tutto sa, che piange quando noi piangiamo, che conosce le sofferenze nei nostri cuori, non è accusabile di crimine se omette di soccorrere l’umanità afflitta e falcidiata dal Potere Uno? Il Potere Uno che opprime l’umanità, il Male che flagella l’umanità, è dunque Egli stesso, il carceriere non il benefattore dell’umanità” dice l’infedele.
“Questa è Bestemmia! Apostasia! Santo Cielo! Inaudito! Fermatelo!” dice il prelato.
“Se una madre omettendo di nutrire il suo bambino, lo uccide, compie un atto criminale, punito dalla legge, una madre è responsabile delle sue azioni o inazioni, perché allora se l’Onnisciente, l’onniPotente, non salva le sue creature dall’avvelenamento endovenale perpetrato ad opera del Potere Uno che liberamente esercita il suo libero arbitrio verso il Male e impedisce a tutte le sue vittime, vittime perché deboli, di esercitare il loro libero arbitrio difensivo nemmeno offensivo, impedite perché impotenti, tutto è legato al potere in questa realtà, perché se l’Onniveggente non ferma il genocidio, lo sterminio quotidiano, delle sue creature, non è crimine, ma atto benevolo di misericordia? Perché se una semplice madre deve essere responsabile delle sue azioni o inazioni, Egli, l’Altissimo, l’Onnipotente è Irresponsabile? Perché tutte le autorità su questa terra, che condividono un certo Potere, possono essere irresponsabili delle loro azioni, possono fare tutto senza doverne rispondere a nessuno e potendo contare sempre sull’Impunità e sul fatto che la loro fama di Filantropici della terra non sarà mai intaccata, qualsiasi cosa facciano, mentre gli ultimi sono responsabili di tutto persino del calore eccessivo del pianeta? Questa realtà è Fondata sul Potere, sulle ingiustizie perpetrate dal potere, e sulla devastazione di chi non ne ha! E’ questo il migliore dei mondi? Non credo” domanda l’infedele.
“Ma Egli Ama! Ci ha creato come atto d’amore!” dice il prelato.
“Se il suo amore si manifesta in questo modo, allora il Suo atto creativo è manifestazione d’odio, il Suo amore è odio sadico verso le sue creature, allora Egli è Male” dice l’infedele.
“Il libero arbitrio!” dice il prelato.
“Ma se a esercitarlo è sempre il più forte in danno del debole e in modo inappropriato, maligno, e se il debole dispone di un libero arbitrio solo nominale che lo costringe a subire costantemente senza nemmeno la possibilità di interagire nella realtà, allora il libero arbitrio è solo un altro nome del Male, allora il libero arbitrio è la catena indistruttibile che rende l’uomo schiavo” dice l’infedele.
“Maledetto infedele!” accusa il prelato.