“Registriamo un forte cambiamento” dice l’esperto mercatologico. “Per quale motivo?” domanda l’inesperto. “Stanno cambiando le abitudini dei consumatori” dice l’esperto mercatologico. “In che modo?” domanda l’inesperto. “I consumatori non acquistano più solo in base alle necessità, le loro scelte stanno diventando sempre più consapevoli, sempre più etiche!” dice l’esperto mercatologico. “Etiche?” dice l’inesperto. “Gli stessi produttori non pubblicizzano più il loro prodotto esaltandone i pregi anche rispetto alla concorrenza, le réclame sono sempre più concentrate sul messaggio etico, sul messaggio sociale tanto da mettere in secondo piano il prodotto, ormai i grandi produttori, soprattutto quelli internazionali, multilaterali, quelli più conosciuti che già posseggono ampie fette di mercato, nei loro spot si concentrano sempre meno sul prodotto in sé e sempre più sul messaggio etico, sul contenuto immateriale valoriale, di conseguenza gli acquirenti acquistano e fanno le loro scelte in base a considerazioni etiche” dice l’esperto mercatologico. “Il consumatore nell’acquisto esprime fini etici?” domanda l’inesperto. “Esattamente, un prodotto non è acquistato solo perché utile, perché serve, per il suo valore intrinseco, ma anche perché è in grado d’incarnare contenuti valoriali etici e morali positivi e virtuosi, il consumatore è anche disposto a spendere un po' di più per appagare questa sua nuova esigenza di eticità nel prodotto, questo è quello che è stato ribattezzato nuovo consumismo etico e tutti produttori si stanno adeguando a questa nuova tendenza” dice l’esperto mercatologico etico. “Come avvengono queste scelte etiche?” domanda l’ignaro. “Le case produttrici, quelli comunemente chiamati brand, prendono delle posizioni politiche esplicite sui temi di attualità” dice l’esperto mercatologico etico. “I brand si schierano politicamente?” dice l’ignaro. “Esattamente, fanno scelte politiche etiche, si schierano esplicitamente in favore di determinate cause ritenute giuste, moralmente ed eticamente giuste” dice l’esperto mercatologico etico. “I brand si battono per il bene” dice l’ignaro. “Nulla ci vieta di pensarlo, per esempio, recentemente una nota casa produttrice di biancheria intima maschile, storicamente emblema della mascolinità, si è apertamente schierata contro gli eccessi della mascolinità definita tossica dagli esperti psicomentali internazionali, le nuove pubblicità non parlano del prodotto in se, non lo mostrano nemmeno, sono interamente concentrate sul messaggio etico sociale, sono così mostrati gli effetti negativi della mascolinità, la violenza sulle donne, il bullismo, la prevaricazione sociale, il patriarcato oppressivo, persino le guerre certamente attribuite a un eccesso di mascolinità, qui il riferimento esplicito è alla mascolinità candida tipica dell’uomo bianco, l’uomo di colore è posto come argine, come freno all’eccesso di mascolinità tossica candida” dice l’esperto mercatologico etico. “Questo il messaggio etico? La mascolinità tossica dell’uomo candido?” dice l’ignaro. “E’ questo l’approccio etico, l’approccio morale della casa produttrice, e le vendite sembrano premiare le nuove strategie commerciali, chi compra la biancheria intima esprime anche una denuncia sociale contro la mascolinità tossica responsabile della violenza sulle donne, dell'immoralità sociale e delle guerre e in definitiva del male nel mondo, altri brand si sono espressi contro il razzismo, in particolare il razzismo dell’uomo candido a danno degli stranieri colorati” dice l’esperto mercatologico etico. “Molte statistiche descrivono una realtà diversa, sia per quanto riguarda gli incidenti domestici che i crimini interrazziali” dice l’ignaro. “Come dice? Comprare un paio di scarpe, una maglietta oggi significa fare una scelta etica contro la prevaricazione dell’uomo candido a danno degli uomini colorati stranieri, altre case produttrici di moda si sono lanciate in questa nuova iniziativa etica, molte star dello spettacolo, attori, cantanti, intellettuali, scrittori hanno mostrato gradimento verso questa nuova tendenza etica e morale, così abbiamo le nuove pubblicità di jeans che difendono le cause omosex, gay, lesbo e transitori sex, anch’essi discriminati da un eccesso di mascolinità candida e da una visione di genere pregiudiziale stereotipata, non è vero che l’uomo è la donna sono ontologicamente differenti come crede l’uomo candido, come ha ampiamente dimostrato la scienza, il genere sex è un costrutto sociale ed è sbagliato discriminare gli uomini che hanno scelto di essere donne e le donne che che hanno consapevolmente scelto di essere uomini, molte réclame mettono in risalto le colpe dell’uomo candido e come sia giusto ridurre l’inclinazione riproduttiva anche attraverso l’immigrazione di massa degli stranieri del sud nei continenti nordici, di questa categoria umana tossica e deleteria non solo per gli altri esseri umani ma anche per l’ambiente, anche gli animalisti si scagliano contro gli abusi ambientali commessi dall’uomo candido, lo stupro non solo della donna in quanto donna ma della natura intesa come madre generatrice di vita, oggi quindi comprare questi prodotti di moda significa fare una scelta virtuosa per l’ambiente, per la difesa della natura, delle minoranze di genere discriminate, degli omosex e della stessa vita, queste sono le nuove battaglie etiche e sociali promosse dai brand internazionali, per un nuovo consumismo etico” dice l’esperto mercatologico etico. “Messaggio etico? Virtuoso? La degenerazione imposta come valore etico? La sostituzione etnica dell'uomo candido imposta con il pretesto della difesa delle libertà e dei diritti civili? Questi sono i temi politici della sinistra globalista sostitutiva che ormai ha occupato ogni ambito sociale, non siamo di fronte a un nuovo consumismo etico, ma al nuovo comunismo etico” dice l’ignaro.
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