Autore Alex Payne
Pubblicato 01/03/2022, 19:15
“Che cosa vi ha portato così in basso? Che cosa ha reso la vostra società così disgraziata, così sciagurata, così perversa?” domanda il giornalista.
“La categoria del ‘nuovo’” dice la pensatora.
“Il ‘nuovo’?” domanda il giornalista.
“Per quanto perverso, innaturale, deleterio per la salute pubblica, fosse il costume sociale inter-cosmo-
multilaterals introdotto esternamente, bastava dirlo ‘nuovo’, bastava etichettarlo come ‘nuovo’ per farlo intendere, in una proporzione diretta, come buono e giusto, per renderlo accettabile agli occhi dell’opinione pubblica indigena locale, le masse sempre di bocca buona, accettavano tutto purché fosse qualificato, timbrato come ‘nuovo’, per quanto degradante fosse se era detto ‘nuovo’, subito lo introiettavano, lo sposavano immediatamente in virtù della novità intrinseca indotta anche se illusoria e non oggettiva, è così che abbiamo iniziato a mascherarci il volto, a respirare i nostri gas di scarto, a trattenere i bisogni, a inocularci, a coltivare bambini, a limitare la natalità naturale perché ingiusta e inaspettata, a privarci dell’ossigenale vitale, a stare lontani, distanziati, a evitare i contatti umanoidi, a non parlarci più direttamente ma solo attraverso un tramite registrante tecnologico, a castrare i nostri ragazzi come prima gli animali domestici, e a mascolinizzare le nostre bambine, perché era tutto bollinato ‘nuovo’, moderno, efficiente, futuristico, se il bambino rimane bambino non è ‘nuovo’, non è moderno, è ‘stantio’, rancido, se il bambino può evirarsi e diventare bambina, prendere le pastiglie chem-lab per plasmare la natura a piacimento dei regnanti, allora è ‘nuovo’, è progress, è gioia, era sufficiente etichettare un costume, un’abitudine come ‘nuovo’ è immediatamente veniva accettato sempre come ‘buono’, ‘giusto’ a prescindere da qualsiasi giudizio assiologico di valore, a prescindere da qualsiasi giudizio di merito, a prescindere da tutto, a prescindere dalla realtà fenomenica oggettiva, ritenendo questo parametro del ‘nuovo’ sufficiente per determinare un’abitudine buona e giusta anche se vecchia, ingiusta, già vista nei regimi dittatorali passati, sbagliata, ma etichettarla come ‘nuova’ serviva a renderla accettabile anche se si trattava di minestra comunitaria riscaldata, rancida, vomitevole, contro natura, il criterio temporale era ritenuto sufficiente a scartare la realtà dei fatti che di per se contengono un giudizio di valore assoluto, oggettivo, inoppugnabile, se ciò che è detto ‘nuovo’ è per forza giusto è buono, ne consegue che ciò che è detto ‘vecchio’ perché appartenente al ‘passato’, è considerato a priori scarto, privo di valore, come un oggetto obsoleto, inutile, moralmente ingiusto persino, dal quale non se ne può tranne nulla di buono quando invece tutte le evidenze ci dicono che gli antichi conoscevano la saggezza, ma anche il bello, basta osservare con meraviglia i palazzi magnfici che ci hanno lasciato e che ancora oggi non riusciamo a replicare nonostante siamo 'moderni', evoluti, freesx! E così il ‘vecchio’ è detto necessariamente sbagliato e quindi, chi guarda al passato con nostalgia, chi guarda al passato come modello da seguire, come modello di virtù, è guardato storto, i sopraccigli si alzano, diventa automaticamente un criminale, un ‘nostalgico’, un passatista, non degno di vivere nel magnifico tempo del ‘nuovo’ dove tutto è free tranne l’arbitrio personale, meritevole di essere espulso dalla kommunity degli uniformati informi privi d’identità, un negatorista persino, uno che nega i progressi e i fasti del nuovo presente transitorio del sx, il riscaldamento climatologico indotto, l’invisibilenemicocheammazza persino, degno quindi di essere intubato, inumato in fosse komunitarie, per sempre, perché affetto dall’invisibilenemicocheinfettanoveuno che cancella le tenebre con la luce della pace eterna” dice la pensatora.Se non conservi ciò che ami, se non ti prendi cura della tua casa, non stupirti se va in rovina! Iscriviti alla newsletter!