“Che cosa la spaventa di più?” domanda il giornalista. “Quello che mi spaventa maggiormente è l’occultamento dei dati” dice lo statista. “Perché?” domanda il giornalista. “Perché i dati sono come l’acqua per le fiamme, immediatamente spengono l’incendio” dice lo statista. “Non capisco” ammette il giornalista. “Il cosiddetto dibattito pubblico è condizionato dalla correttezza del linguaggio che di fatto ne limita l’estensione, la correttezza del linguaggio determina i confini del dibattito pubblico, ciò che può e non può essere detto, una sorta di censura, argomenti validissimi sono esclusi dalle autorità di censura, perché ritenuti scorrettamente impropri e offensivi, anche la cesura può essere offensiva per la verità e per chi la subisce soprattutto se ritenuta ingiusta, ma viene comunque applicata dalle autorità del linguaggio, per queste ragioni il dibattito pubblico non è spontaneo io ritengo, è in qualche modo deviato, eterodiretto, diretto esternamente con l’intento di conseguire un fine, la deviazione è attuata per portare l’opinione pubblica in una determinata direzione predeterminata dalle autorità di controllo, gli argomenti decisivi sono sempre sistematicamente esclusi, si vuole portare la cosiddetta opinione pubblica in una determinata direzione e le argomentazioni adoperate sono quelle ritenute adatte per farlo, per quanto false e irrilevanti possano essere, gli argomenti decisivi, veritieri, se non servono allo scopo, sono sistematicamente esclusi, questa è l’essenza di quel sistema che ottusamente continuiamo a chiamare libera informazione, diritto fondamentale all’espressione costituzionalmente garantito ma mai applicato” dice lo statista. “Lei è troppo generico, ci faccia un esempio, solo uno” dice provocatorio il giornalista. “Il dibattito sulle armi” dice lo statista. “Bene” dice il giornalista. “Ad ogni evento violento di omicidio, non è questa la sede per analizzarne le dinamiche e le eventuali complicità governative, tutti i media principali dopo il cordoglio d’obbligo, rispolverano puntualmente il controllo delle armi, la confisca delle armi, la colpa sarebbe delle armi possedute legalmente dai cittadini, ma se guardiamo i dati, i numeri dipingono una realtà notevolmente diversa, la maggior parte dei crimini violenti sono commessi da gruppi criminali con armi illegali non registrate, invece a ogni sparatoria il dibattito pubblico si concentra sulla confisca delle armi, in quella città continentale nordica i cittadini non posseggono armi ma gli omicidi hanno persino superato quelli delle città più violente, sono le bande giovanili a commetterli con armi non registrate e con armi da taglio, comuni coltelli, nel nostro paese i cittadini non posseggono armi, recentemente un cittadino di origini straniere ha ucciso un indigeno proprio perché indigeno ma non ha usato pistole ma un coltello acquistato al supermercato, ha tagliato la gola a un perfetto sconosciuto per ragioni razziali nel totale silenzio della stampa che considera razzismo solo l'azione di un candido contro uno straniero di colore del sud e non viceversa, i crimini interrazziali sono a sfavore degli indigeni, altre volte sono state usate armi illegali ma quello che voglio sottolineare è che il dibattito pubblico è totalmente falsato, il possesso legale e la registrazione delle armi è un fatto positivo dal mio punto di vista, esistono autorità di vigilanza, i controlli sono rigorosi, i possessori responsabilizzati e strettamente controllati” dice lo statista. “Ma allora perché il governo è così ossessionato dal disarmo della propria gente soprattutto dove questo è un diritto costituzionalmente garantito?” domanda il giornalista. “Lo ignoro, il dibattito ci porterebbe lontano ma rimarremmo comunque nell’ambito della pura speculazione, quello che posso dire è che sono molto preoccupato, soprattutto per l’insistenza della macchina propagandistica governativa nel perseguire questo obiettivo, e in questa macchina comprendo anche l’informazione, ma torniamo all’occultamento dei dati decisivi, ovunque nel mondo dove le armi sono state confiscate dal governo, i crimini violenti sono sempre aumentati, questo è un dato lampante e decisivo mai citato nei dibattiti pubblici, contrariamente a quanto ci hanno insegnato più armi significa meno crimini, questo dimostra almeno tre cose, la prima è che il dibattito pubblico è deviato, costantemente falsato, perché ignora i dati essenziali, il secondo è che il possesso delle armi non è direttamente relazionato agli omicidi, il terzo è che il possesso delle armi da parte dei cittadini costituisce un deterrente, questo perché il crimine è in qualche modo incentivato dalla debolezza della vittima e questo è vero nei crimini cittadini come per quelli più ampi che riguardano gli stati, se un paese possiede la bomba atomica chi vuole impadronirsi delle sue risorse ci penserà due volte prima di attaccare, in termini generali e filosofici strategici se vogliamo, la forza è un deterrente, la debolezza un incentivo per il delinquente e il mondo è pieno di delinquenti, c’è chi sostiene che sono i delinquenti a comandare il mondo, poi persiste un altro fattore, proprio in relazione a queste considerazioni geopolitiche, se il paese fosse invaso da una potenza straniera i cittadini potrebbero resistere, opporsi agli invasori, potrebbero combattere, invece senza le armi sarebbero in balia del nemico, insomma ci sono tutte queste considerazioni a mio giudizio decisive che sono sistematicamente ignorate, mai citate, ed è facile capire perché” dice lo statista. “Perché?” domanda il giornalista. “Perché siamo liberi o perché si vuole deviare l’opinione pubblica verso un determinato obiettivo?” dice lo statista. “Non siamo liberi?” dice il giornalista. “La libertà è quanto di più lontano dalla nostra esperienza si possa immaginare, siamo stati abituati a pensarlo, ma pensare ed essere non è la stessa cosa” dice lo statista. “A questo punto la domanda successiva è, se non siamo liberi, siamo schiavi, ma di chi?” domanda il giornalista. “Questa è facile, del potere, di chi ha il potere, e chi ha il potere lo esercita per non farci arrivare al punto di porci questa domanda, per questo costantemente lavora per darci l’illusione della libertà, è questa la vera essenza della democrazia, perché appena scopriamo di non essere liberi e di essere schiavi ci domandiamo, chi è lo schiavista? Come per il debito, ci ripetono sempre che siamo indebitati, che su di noi grava un debito pubblico mostruoso, miliardi di miliardi in costate crescita, ma non ci dicono mai chi sono i nostri creditori, quelli che ci hanno prestato i soldi e che hanno ed esercitano un immenso potere su di noi, sulle nostre vite, siamo in debito con gli specialisti ma non sappiamo di chi” dice lo statista. “Un altro esempio di occultamento dei dati” sollecita il giornalista. “L’immigrazione” dice lo statista. “Argomento scottante” dice il giornalista. “Certamente, il dibattito pubblico è stato reso scottante ma anche in questo caso i dati essenziali sono stati estromessi, per questo il discorso è diventato prettamente morale, emotivo, sempre in modo strumentale sia chiaro, c’è un buono e un cattivo, provi a indovinare chi è il cattivo?” dice lo statista. “Facile, quello che non vuole accogliere” dice il giornalista. “Perché egoista e indifferente alle sofferenze altrui, così è descritto chi si oppone all’immigrazione illegale di massa, sia chiaro, non stiamo parlando d’immigrazione legale, controllata, ma d’immigrazione di massa, milioni di soggetti che si mettono in viaggio verso il nostro paese e pretendono di essere accolti e trattati con gli stessi diritti degli autoctoni altrimenti si dicono vittime di razzismo e di discriminazione illegale, questi soggetti sono dei clandestini che entrano nel nostro paese in modo delittuoso e disonesto ma che ricevono ogni cura, ma chi si oppone a questa vera e propria invasione sostitutiva è dipinto come cattivo, malvagio, portatore d’odio, meritevole per questo di essere silenziato e sanzionato, buono invece chi si mette in casa lo straniero, il volto delle nazioni nordiche sta rapidamente mutando, per rendersene conto basta sfogliare una qualsiasi rivista, vedere una qualsiasi pubblicità, l’elemento etnico del sud è costantemente presente, per non parlare dell’arte, i film, la musica, le principali case di moda scelgono come modelli elementi di colore quando il nostro paese è sempre stato ed è ancora saldamente candido, perché? Questo dovrebbe far riflettere le popolazioni nordiche, come l’agricoltore prima della semina, stanno arando, stanno preparando il terreno alla nuova popolazione, stanno occupando l’immaginario collettivo per evitare la crisi di rigetto, stanno colpendo e silenziando chi denuncia il pericolo sostituzione etnica che è quello che possiamo osservare ogni giorno, il dato ignorato, occultato colpevolmente, è proprio questo, accogliere va bene, sono d’accordo, ma quali sono i limiti dell’accoglienza dello straniero? Faccio un esempio di piccole proporzioni, un padre di famiglia ospita un ragazzo straniero per un certo periodo in attesa che le condizioni a casa sua si sistemino, va bene, gesto apprezzabile, ma se un uomo senza figli è costretto a condividere la sua abitazione con una famiglia di stranieri del sud comprendente molti figli, parenti di primo e secondo grado per un tempo indeterminato o per sempre, beh, qui i termini della questione cambiano radicalmente ed è propriamente di questo che stiamo parlando, non di un gesto amorevole, ma della rinuncia a se per gli altri, scegliere di salvare se stessi non è una scelta etica? In che modo auspicare per la propria gente una maggiore natalità è razzistico? Perché salvare lo straniero è etico e salvare se stessi dall’annullamento non lo è? Salvare se stessi non è comunque un gesto morale meritevole di essere compiuto? Questa non è più misericordia, non è altruismo, ma suicidio, la questione è, è etico e giusto suicidarsi per lo straniero del sud? In questi termini la questione cambia e pone fine, dal mio punto di vista a ogni dibattito, i numeri parlano chiaro, i numeri sono tutti a nostro svantaggio, la maggior parte di questi migranti provengono da uno dei più grandi continenti del mondo, e vengono a stiparsi qui da noi che siamo una piccola nazione, è etico questo? La maggior parte sono tutti maschi, giovani maschi, la nostra popolazione invece è molto invecchiata, sono molto più fertili di noi, fanno molti più figli di noi che siamo in denatalità, arrivano a milioni, c’è stata un’accelerazione epocale tra i richiedenti asilo da parte di questi migranti di colore del sud, siamo passati da poche migliaia, a decine e centinaia di migliaia ogni anno negli ultimi anni, provengono tutti dal sud, dal più grande continente del sud, da molte nazioni del sud, in particolare un paese, che adesso conta una popolazione di circa duecento milioni di persone, noi nel nostro paese siamo appena sessanta milioni in costante diminuzione, le previsioni ci dicono che sono destinati a espandersi circa a un miliardo, noi se continuiamo ad accogliere elementi stranieri a scomparire, ed è propriamente questo il punto, accogliere significa accettare la propria scomparsa etnica, siete disposti a farvi sostituire etnicamente dai migranti di colore del sud? Questa la semplice domanda che dovrebbe essere posta alla gente perché è questo il vero nocciolo del problema e della questione migranti, invece tutto è rigirato in termini morali, chi accoglie è buono e merita i premi al merito civile assegnati e conferiti direttamente dal Presidente della Nazione che invece di difenderla dalla scomparsa, contribuisce attivamente a dissolverla, il dibattito sarebbe onesto se i politici, compresi quelli cosiddetti estremisti xenofobali che a parole fintamente si oppongono all’immigrazione illegale proveniente dal sud, sarebbe onesta se i politici ponessero questa domanda, i numeri sono questi, volete essere sostituiti dai colorati del sud? Volete dare la terra dei padri ai colorati del sud? Volete scomparire dalla faccia della terra? La questione non è chi è più amorevole o meno, la questione è vivere o scomparire! Non siamo in democrazia? Il popolo sovrano e tutto il resto, bene, facciamo scegliere alla gente, ma sulla base di un dibattito sincero che parta dai problemi reali, pensate che una cosa simile possa mai accadere?” dice lo statista. “Lei non crede?” domanda il giornalista. “Se un politico osasse solo porre pubblicamente questa semplice domanda perderebbe immediatamente ogni incarico, massacrato dall’informativa libera nazionale e internazionale che è poi la stessa cosa, smembrato dagli intellettuali, dagli artisti, gli scrittori, gli sportivi, i personaggi dello spettacolo, le massime caricaturali dello Statale, insomma tutti, questo perché siamo liberi! Il nostro paese è in denatalità, la popolazione molto invecchiata, da anni incapaci di risollevarci dalla crisi economia, in una parola siamo deboli, e tornando al discorso di prima, la debolezze costituisce un elemento che attrae in qualche modo il sopruso, l’ingiustizia, se fossimo stati forti, consapevoli, intelligenti, centrati su noi stessi, omogenei, dubito che il nostro paese sarebbe stato interessato e colpito da questo tremendo flusso migratorio invasivo proveniente dal sud, un paese che rinuncia a coltivare la propria forza, la propria consapevolezza, la propria intelligenza è destinato a scomparire, io parlo con la gente, è totalmente inconsapevole, non ha idea di quello che gli sta succedendo, ce lo siamo meritati, non tutti noi ma la maggioranza assoluta questo certamente, colpa nostra, siamo stati deboli e stupidi, abbiamo oziato, non ci siamo fortificati, meritiamo il nostro destino, purtroppo credo che il nostro destino è ormai segnato, con la nostra complicità la decisione è già stata presa, solo un miracolo può salvarci e che Dio ci aiuti!” dice disperato lo statista. “Oppure dovrebbero estirpare dall’uomo il germe della conservazione, dell’attaccamento identitario, come le radici per gli alberi, sradicato l’uomo sarebbe molto più gestibile senza traumi di sorta, accetterebbe il presente senza inutili opposizioni, come certi tossici senz’anima che rimangono indifferenti di fronte alle notizie più drammatiche” dice il giornalista. “In un certo senso l’occultamento delle notizie utili, la manipolazione informativa ha come scopo proprio la desensibilizzazione dell’uomo” dice lo statista.
Condividi i nostri articoli
Unisciti ad altri migliaia di visitatori giornalieri!
Se non conservi ciò che ami, se non ti prendi cura della tua casa, non stupirti se va in rovina! Iscriviti alla newsletter!