“Mi perseguitava! Non la smetteva più, mi attaccava costantemente, mi colpiva senza motivo, mi accusava ingiustamente!” dice la vittima. “Che incredibile crudeltà!” dice il giudicante. “Una persona crudele ispirata solo dall’odio violento nei miei confronti, siamo sempre stati in molti al lavoro, ma lui, attaccava sempre e solo me, sempre io, incolpava me di tutto, ero il suo bersaglio preferito, mi perseguitava, diceva cose sgradevoli sul mio conto, che gli portavo via tutti i soldi, che sparlavo di lui, che scrivevo male di lui in tutti i rapporti, che gli mettevo tutti contro, che avevo persino importunato e sedotto sua moglie, non perdeva occasione per colpirmi, per accusarmi ingiustamente, per schiacciarmi sotto il tallone solo per appagare la sua brava di potere!” dice in lacrime la vittima. “Ma perché tanto odio verso di te e non verso gli altri colleghi, se era affetto da manie persecutorie, un vero e proprio delirio allucinato, come sostieni, perché se la prendeva proprio con te e non con altri?” si domanda il giudicante. “Mi odiava, mi odiava per invidia, perché ero meglio di lui, perché voleva essere me, mi perseguiva e mi accusava ingiustamente e se fosse ancora qui continuerebbe a perseguitarmi!” dice in lacrime la vittima. “Che crudeltà! Un uomo assolutamente malvagio, ma tu non gli hai mai fatto nessun torto? Non hai mai fatto nulla anche inconsapevolmente, per meritarti tanto odio?” domanda il giudicante. “Gli avevo prestato dei soldi chiedendogli di restituirmi il quintuplo ma lui mi ha restituito solo quello che gli avevo prestato, così gli ho fatto sequestrare tutti i beni da un parente giudice che ha espresso una sentenza favorevole nei miei confronti, ho sempre detto male di lui con i colleghi perché ho sempre ritenuto di essere migliore di lui e per soppiantarlo al lavoro, ho fatto delle avance a sua moglie che mi ha risposto positivamente, ma ancora non capisco perché quell’uomo ce l’avesse così tanto contro di me, dicono che sia morto per il dolore ma io sono felice perché così non mi sento più odiato” dice la vittima. “Le colpe nascoste rendono l’uomo vittima, svelate lo rendono carnefice” dice il giudicante.
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