“Crisi interminabile, imprese dismesse, debito rampante, qual è il problema dell’economia, perché l’economia soffre ovunque?” domanda il giornalista. “Il problema è il prelievo” dice l’economista. “Il prelievo?” domanda il giornalista. “L’eccessivo prelievo del capitale finanziario sull’economia reale, quello che in passato era chiamato interesse illecito, detto in altri termini, gli speculatori finanziari globali, i creatori di mezzi economici multilaterali, traggono interessi su ogni attività umana, lavoro, scambio di merci, Stati nazionali, ogni impresa umana è gravata da questo macigno, in un sistema di questo tipo pochi diventano ultra ricchi e molti, tutti gli altri, navigano nelle incombenze, e infatti questa è la fotografia della società” dice l’economista. “Da che mondo e mondo i pochi dominano sui molti” dice il giornalista. “Oggi gli Istituti di Credito Centrali Emettitori creano letteralmente mezzi economici ex nihilo, dal nulla, prestandoli agli Stati nazionali, impediti di crearli da se, a interesse, ma contrariamente a quel detto antico, qui il nulla produce profitto, potere, controllo capillare delle attività umane nell’esclusivo interesse dei detentori del potere, che non è cosa di poco conto, si tratta di un potere immenso, un potere divino, di fronte al quale gli esseri umani non hanno armi per opporsi”dice l’economista. “Tutta colpa del denaro o della sete di lucro dell’essere umano?” domanda il giornalista. “Il creatori di mezzi valutari sfruttano l’ambizione, la sete di guadagno, per spoliare gli esseri umani di ogni ricchezza rendendoli schiavi” dice l’economista. “Non starà forse criticando il capitalismos!” dice il giornalista. “Il capitalismos ha estirpato dall’uomo la felicità dell’impresa, la gioia della creazione, dell’attività libera, trasformandolo in uno schiavo, costringendolo a prostituirsi in lavori ripetitivi, privi di creatività, estranianti dal se, in cambio di mezzi economici utili a sopravvivere e quindi a poter continuare ad essere schiavo, come vede un evidente circolo vizioso al quale tutti gli esseri umani sono loro malgrado, soggetti” dice l’economista. “Sì ma com’è nato il capitalismos? Perché è nato qui e non altrove? E’ tutto motivabile con la sete di lucro?” domanda il giornalista. “Molti esperti della materia attribuiscono la nascita dell’impresa capitalisticas a ragioni di tipo religioso, l’uomo realizza opere utili a glorificare il suo Creatore, ci sono altre spiegazioni, certamente la sete di guadagno, la necessità dell’uomo di cercare stabilità, sicurezza, sicuramente i mezzi valutari economici di scambio, danno sicurezza all’uomo, perché possono essere scambiati con qualsiasi prestazione o bene e così realizzare quasi tutti i desideri umani, per questo l’uomo ambisce ad accumularne quanto più possibile anche attraverso l’esecuzione d’imprese di valore, ci sono poi ragioni politiche, che riguardano l’assoggettamento dei popoli, gli uomini impegnati sono meno soggetti alla riflessione, l’ozio porta alla riflessione, e spesso il potere politico non vuole un cittadino dotato di pensiero, il pensiero mette in risalto le contraddizioni, le incongruenze, le ingiustizie, il pensiero porta all’attivismo politico, il potere preferisce un suddito asservito, sottomesso, privo di pensiero e di anima, inattivo da un punto di vista politico, per questo lo impegna fino allo sfinimento in ogni modo possibile attraverso qualsiasi tipo di attività inutile, per questo lo distrae in ogni modo, lo scopo è distoglierlo dal se, dalla propria anima perché il pensiero è pericolosissimo per il potere ecco perché il potere lo scoraggia in ogni modo possibile, ecco perché il potere deve necessariamente privare dell’anima i suoi sudditi, ecco perché chi tra i cittadini insiste nel voler conservare la propria anima diventa necessariamente un nemico da perseguire e abbattere, un fuorilegge, un terrorista, un estremista, un ultra destro, un capelli rasati, un ricercato, un teorico, un cospirativiziotivizionista, un odiatore, e qui ritorniamo al discorso religioso ma in un senso inverso rispetto a quello che facevamo prima, insomma potremmo proseguire a speculare, le ragioni sono tante, ma certamente la ragione principale è la volontà del potere, tutta la realtà che esperiamo è manifestazione del potere, tutta la realtà dei deboli è la realtà del potere, la realtà che il potere gli ha messo a disposizione per proprio tornaconto non certo nel chimerico interesse collettivistico, il potere che è anche necessariamente il creatore dei mezzi economici valutari che elargisce, che presta in modo interessato, a tutti, cittadini, privati, Stati nazionali, affinché lavorino e creino nel suo esclusivo interesse, e così il potere contempla mentre gli altri lavorano, mentre gli altri, servono il potere” dice l’economista. “Una tesi piuttosto avventata direi!” dice il giornalista.
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