“Buongiorno professore” saluta il giornalista. “Buongiorno” saluta il professore della politologia. “Lei arriva dall’altra parte del mondo per spiegarci la politica, com’è andato il viaggio?” domanda il giornalista. “Bene, viaggio sempre in prima classe e il servizio è stato ottimo, non ho patito il jet lag, prima di venire alla conferenza sono passato in hotel per riposare un po, veramente splendido, in centro città, cinque stelle, ottima cucina, devo dire grazie agli organizzatori per l’ospitalità” dice il professore della politologia. “Dall’altra parte del mondo per dirci che cosa?” domanda il giornalista. “Siete in pericolo, in grave pericolo!” dice il professore della politologia. “Che cosa ci minaccia?” domanda il giornalista. “Il populismo dell'identità, se volete evitare di morire populisti dell’identità dovete occuparvi di più della vostra gente, una vera e propria bomba demografica, i paesi del vecchio continente nordico non solo il vostro, non fanno più figli, alla denatalità si aggiunge l’invecchiamento della popolazione e l’emigrazione, i pochi giovani rimasti emigrano all’estero a centinaia di migliaia ogni anno, in cerca di un lavoro qualificato e di un po di fortuna, tutte cose che il paese schiacciato dal debito pubblico e da una devastante crisi economica senza fine, nonché da un’emergenza migratoria straniera incontrollata, non può più garantire, tutta questa massa tumorale è la vera causa dell’odio xeno anti-migrante straniero clandestino illegale che corrode le vostre anime in pena, questo è il messaggio che porto dall’altra parte del mondo, vede, spesso chi agisce in modo scorretto non lo vede, non è in grado di rilevare ciò che un osservatore esterno invece riesce a cogliere con molta facilità” dice il professore della politologia. “Questo il tema della sua lezione magistrale” dice il giornalista. “Certamente, è così che periscono le democrature moderne, vede, oggi tutto è post-statale, post-nazionale e se dici di essere nazionale sei etichettato come azisci, ovvero il peggior male che la mente umana possa concepire, peggio del demonio, peggio di tutto, lo stesso se rifiuti gli stranieri clandestini del sud, il post-nazione è il nuovo verbo, il nuovo credo, il nuovo dogma religio, ma trascurare le nazioni significa trascurare i popoli, e trascurare i popoli, le tradizioni, le culture è deleterio, pericoloso perché porta al riemergere dell’elemento dittatoriale” dice il professore della politologia. “I leader politici che assumono posizioni populistiche ottengono grandi successi” dice il giornalista. “Sì ma questo è pericoloso, loro demonizzano gli stranieri pacifici che in silenzio quasi, s’insediano nelle terre nordiche, solo per ottenere consenso utile a occupare posizioni di potere, per diventare la nuova élite del paese, questi politici sono degli opportunisti, dobbiamo odiarli!” dice il professore della politologia. “Incita all’odio? Non sa che si tratta di un crimine?” domanda il giornalista. “In alcuni casi è ammesso, se l’odio è rivolto verso i nuovi capi populisti identitari violenti xeno va bene, è sbagliato se rivolto a chi invece assume posizioni aperturiste e accoglitive, insomma, i populisti gettano benzina sul fuoco, è vero, lo ammetto, i paesi del nord del mondo stanno vivendo uno spopolamento epocale, e visto che la natura aborre il vuoto, i migranti del sud del mondo a milioni occupano il vuoto lasciato libero dagli indigeni nordici, il collasso demografico ha quindi necessariamente generato una forte ansia sociale, una forte paura tra le popolazioni, e i leader populisti dell’identità per mero interesse personale, hanno intercettato queste paure con l’intento di occupare posizioni di potere, è evidente, scendono in piazza è dicono, ‘Facciamo figli altrimenti ci rimpiazzeranno tutti, come fate a non capirlo?’” dice il professore della politologia. “La matematica è impietosa ma irrefutabile, i populisti dicono il vero” dice il giornalista. “Certamente, ma si tratta di una montatura” dice il professore della politologia. “Perché?” domanda il giornalista. “Per creare odio contro i migranti, per usare l’odio e la paura per il carrierismo politico! E’ evidente! Questi populisti vogliono solo il potere assoluto! Sono dei totalisti, dobbiamo fermarli!” dice il professore della politologia. “Carrierismo” ripete il giornalista. “Certamente, il problema non sono i migranti, anzi, loro aiutano gli indigeni, fanno i figli che gli indigeni non fanno” dice il professore della politologia. “Questo conferma la tesi dei populisti” dice il giornalista. “Ma certo che le conferma ma questo è il futuro e non ci si può opporre al futuro!” dice il professore della politologia. “Mi sono perso, il problema è demografico, lei lo riconosce, da qui nasce lo xeno odio contro i migranti, i politici propongono, ‘prendiamoci cura della demografia in declino e facciamo più figli, diamo lavoro ai giovani indigeni, evitiamo l’emigrazione indigena e l’immigrazione straniera’, ma lei dice il problema non sono i migranti ma i politici populistici che individuano un problema reale” dice il giornalista. “Fare figli indigeni candidi ha dei risvolti non del tutto democraturatici, va verso il razzasmo, la xeno e infine la dittatura totale premale, mi spiego, è pericoloso, i populismi sono pericolosi, tendono alla violenta, al scismo totale, dobbiamo disinnescare la bomba populista ma non con le soluzioni proposte dai populisti, facendo più figli come dicono, agendo sulle interruzioni gravidative, sulle pillole anticoncezione e altre soluzioni estemporanee proposte dai leader populativi estremi, loro vedono il buco e dicono tappiamolo per non fare uscire l'acqua, e no! Troppo semplice! I populistici sono anche semplicistici! Rendiamoci conto, queste erano le soluzioni proposte delle dittature totali del passato, chiusura dei confini, promozione della natalità indigena, controllo della cultura, della stampa libera, migrazioni controllate, presidio dei confini, è questa la dittatura! Noi non vogliamo la dittatura! Noi vogliamo la Libertà! Dobbiamo sconfiggere il problema alla radice, altrimenti torneranno le dittature, il pericolo è reale, realissimo, dobbiamo fermare i populisti dell’identità ma non attuando le loro soluzioni dittatoriali” dice il professore della politologia. “Se il problema è demografico, si tratta di fare più figli” dice il giornalista. “Vede? Anche lei e semplicistico! Troppo facile così! Io dico, i figli lasciamoli fare ai migranti” dice il professore della politologia. “E’ questa la sua soluzione?” domanda il giornalista. “Certamente, se l’obiettivo è sconfiggere i populistici dittatoriali totali, allora si tratta di aiutare i paesi del sud del mondo, abbattere i confini, migliorare le vie di trasporto, stabilire flussi regolari di migranti, perché devono arrivare sui barchini se possiamo portarli in aereo? Perché farli soffrire? E poi, investire nella formazione degli indigeni nordici per migliorare la cultura dell’integrazione dello straniero, la sapienza dell’accettazione della diversity, non c’è alternativa all’accoglienza integrativa della diviersity, tutto il sistema è tarato sull’accoglienza, tutto ma proprio tutto, non possiamo rivoltare il sistema, nessuno ha la forza di farlo, il potere di farlo, il potere vuole così, si tratta allora di accettare il sistema così com’è, è questo il ruolo della Cultura, fare accettare il reale imposto dal Potere Dominante Totale, allora continuiamo a fare entrare migranti, facciamoli integrare, facciamoli figliare, facciamoli moltiplicare, fino a quando avranno un peso elettorale decisivo tale da sconfiggere per sempre le dittature populistiche indigene candide identitaristiche, come vede è molto semplice!” dice il professore della politologia. “Questa non è una soluzione, è la realtà che osserviamo” dice il giornalista. “E allora siete sulla strada giusta, proseguite, affrontate il problema demos, risolvetelo alla radice, questo intendo per risolvere il problema alla radice, solo così sconfiggerete la dittatura che non c’è” dice il professore della politologia.
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