“Certamente gli vanno riconosciute le attenuanti” dice il giudice in camera di consiglio.
“Le attenuanti? E per cosa? Questo straniero del sud, clandestino illegale nel nostro paese ha sgozzato un connazionale senz’alcuna ragione, gli ha tagliato la gola mentre si trovava al mercato, di quali attenuanti stai parlando?” domanda il magistrato.
“Non possiamo condannarlo, il migranti che arrivano nel nostro paese soffrono, gli va riconosciuta la sofferenza, il viaggio per arrivare da noi è molto costoso e faticoso, questo ragazzo si è dovuto fare il deserto, e poi le notti nei rifugi ammassati come bestiame in attesa degli scafisti e delle navi umane
filantropiche per il trasbordo, l’assassino ha detto di avere sofferto il mal di mare, la televisione sulla nave umanitaria prendeva male, non si vedevano le partite, non c’era campo per chiamare i parenti del sud, sono traumi non indifferenti, la psicologa ha concluso la perizia psicomentale, gli ha riconosciuto la seminfermità di mente con disturbo paranoidale, sentiva delle voci, gli facciamo una cura di antidepressivi, lo facciamo sfogare con qualche prostituta locale, lo mettiamo ai servizi sociali per un po' di tempo e poi lo reintegriamo nella società riposato e integro pronto per l’integrazione” dice il giudice.
“Accogliere e integrare, in effetti ha sofferto molto, gli va riconosciuto, certo sgozzare un innocente compatriota senza ragione è stato azzardato, ma il deserto è il deserto ed è giusto che moriamo per far posto ai nuovi arrivati” dice il magistrato imparziale.
“Così è deciso!” dice il giudice.