“Ha ammesso il delitto?” domanda il giornalista. “Sì, si è consegnato alle forze dell’ordine, ha confessato tutto!” dice lo psicologo universitario perito delle legge. “Perché ha ucciso quel ragazzo?” domanda il giornalista. “Ha ucciso quel ragazzo perché era candido, dalla pelle candida, l’uomo straniero naturalizzato autoctono, adottato e cresciuto nel nostro paese, cercava un candido da ammazzare” dice lo psicologo universitario perito delle legge. “Lo ha ucciso perché era un ragazzo candido è questo che sta dicendo?” domanda il giornalista. “Ha scelto la sua vittima con attenzione, cercava un ragazzo candido, di pelle candida, un giovane candido autoctono felice su cui scaricate tutta la sua rabbia di naturalizzato autoctono repressa” dice lo psicologo universitario perito delle legge. “L’assassino era originario del sud, lì aveva le sue radici” dice il giornalista. “Anche se presente nel nostro paese fin da piccolo si è sempre sentito diverso perché era diverso nonostante la naturalizzazione non è mai riuscito a inserirsi veramente" dice lo psicomentale. “Molti promotori dello ius soli, dello ius culturae, sostengono che è fondamentale regolarizzare la situazione di questi giovani migranti stranieri che ogni giorno arrivano nel nostro paese, per non farli sentire esclusi, per garantirgli piena integrazione, per non metterli in castigo, per non alimentare situazioni d’odio, per evitare comportamenti pericolosi, che bisogna concedere il diritto alla cittadinanza in base alla nascita o dopo una prova scritta e orale, ma questo caso insieme a tanti altri, come quell’altro naturalizzato che voleva bruciare bambini candidi per difendere i bambini colorati a cui lui si sentiva più vicino nonostante la regolarizzazione e la cittadinanza e la prolungata permanenza nel nostro paese, questi casi dicevo dimostrano chiaramente il contrario di quanto molti esperti sostengono, che la naturalizzazione, il riconoscimento della cittadinanza non cancella le reali diversità che evidentemente sono e rimangono più profonde, che l’appartenenza non è per contratto, non è per legge, per pagamento delle tasse, per rispetto degli accordi, ma per natura, è qualcosa legato alla terra e al sangue, alla biologia, ma oggi prevale la negazione della natura e della biologia in tutti gli ambiti umani ma la prego prosegua, ci parli di questo terrorista razzista!” dice il giornalista. “Io comunque sarei più cauto con gli appellativi, il terrorismo deve essere ancora determinato, non ci sono prove al riguardo così come per il razzismo, l’assassino ha avuto una compagna indigena ha avuto un figlio da lei, ma poi lei lo ha lasciato, troppo diversi, si è messa con un autoctono candido, l’assassino non sopportava che suo figlio chiamasse papa il nuovo compagno della della sua ex moglie, era pieno d’odio per questo, aveva perso tutto, la famiglia, la moglie, il figlio, il lavoro, era un senzatetto, dormiva sulle brande sporche e puzzolenti della Croce del Cuore, di giorno bighellonava senza meta per le strade desolate di questa città” dice lo psicologo universitario perito delle legge. “Il suo racconto è molto romanzato, come se si volesse creare empatia nei confronti dell'assassino, una tecnica ben collaudata nelle opere d’intrattenimento, si tratta comunque di un linguaggio insolito nei crimini interrazziali, se un indigeno attacca uno straniero è subito razzismo anche in assenza di prove, anche se non lo è, immediati giungono i richiami degli osservatori internazionali sui crimini razzistici, in questo caso invece nessun richiamo, in questo caso lampante non c’è razzismo anche se lo straniero cercava specificamente un autoctono candido, insomma abbiamo capito che l’assassino ha sofferto molto, il sottotesto è che in fondo la vera vittima è lui e non l’assassinato, e che forse i veri colpevoli siamo noi che nonostante la naturalizzazione, l’adozione, i diritti, la partecipazione attiva alla vita sociale, non l’abbiamo accolto integrato e amato a sufficienza, ci racconta com’è avvenuto il delitto?” domanda il giornalista. “Sì da psicologista esperto dell’integrazione posso confermare, in questa vicenda la vera vittima è lui, ma vengo ai dettagli, ha fatto colazione in un bar del centro, poi è andato in una via non troppo affollata in cerca della sua vittima, ha fumato qualche sigaretta prima di entrare in azione, quando ha visto il giovane avvocato non ha avuto dubbi, è scattato come una molla, ha subito pensato che la sua ricerca era finita, che era lui la sua vittima, perché era giovane, perché era candido, perché era felice, gli ricordava il compagno della sua ex moglie, quello che suo figlio chiama papà, mi sono affiancato a lui e gli ho piantato il coltello nella gola, queste sono state le sue parole” dice lo psicologo universitario perito delle legge. “Un assassinio razzista, perpetrato da un naturalizzato di origini straniere a danno di un autoctono perché candido e autoctono, sussiste l’aggravante a sfondo razziale, lo scriverà nella sua perizia?” domanda il giornalista. “Non credo che si tratti di omicidio a sfondo razziologico, il sudista ha scelto la sua vittima in base al colore della pelle candida ma non sussiste certo l’aggravante razziale” dice lo psicologo universitario perito delle legge. “Perché? E’ un caso da manuale!” domanda il giornalista. “Perché sentiva le voci!” dice lo psicologo universitario perito delle legge. “Sentiva le voci? Questo cancellerebbe l’aggravante razzista?” domanda il giornalista. “Stiamo conducendo le opportune perizie, un amico dell’infermo mentale riferisce che dopo aver letto alcuni libri sanatisti il naturalizzato è cambiato, non era più lui, inoltre sentiva le voci nella testa, dentro la testa gli parlavano – lo psicomentale indica la testa - direi che sussistono tutti i presupposti per l’infermità mentale e per la decadenza dell’aggravante razziologica, proporrò la cura medicale mentale e il servizio sociologico, questa sarà la mia perizia” dice il perito psicomentale. “Nessun razzismo, nessun carcere a vita, niente” dice il giornalista. “Lo straniero soffriva, aveva perso la felicità, dormiva sulle brandine di tela maleodoranti insieme ai barboni puzzolenti, non so se ha mai avuto modo di incrociare un barbone straniero per strada, quelli con indosso quattro o cinque cappotti, molti di loro non si lavano da mesi e mesi, si sentono a chilometri di distanza, ebbene, lui ci dormiva insieme, dobbiamo concedere le attenuanti, molto probabilmente è lì che ha maturato le sue folli e insensate idee omicidiali, non ho dubbi, si tratta di pazzia bipolare schizoide, oltre a questo ci sono molti elementi che ci dicono chiaramente che il ragazzo nonostante la naturalizzazione non è stato ben integrato, in un certo senso la COLPA è degli autoctoni candidi che non l’hanno integrato a dovere, che gli serva da lezione, i nazionalisti estremisti candidati sbagliano, la soluzione a simili episodi, non è l’interruzione dei flussi migranti, l’interruzione del mescolamento etnologico, l’omogeneità razziologica, al contrario, i flussi devono proseguire ma ci deve essere una maggiore integrazione, gli autoctoni devono accelerare la loro scomparsa così quando saremo tutti colorati la nuova omogeneità integrativa sarà raggiunta e tutti saremo felici finalmente senza gole tagliate o teste mozzate e soprattutto senza candidità” dice il perito psicomentale. “Le femminologhe scrivono che la famiglia tradizionale è uno strumento ideologico di stampo razzista per sostenere la riproduzione dell’identità nazionale dalla pelle bianca” dice il giornalista. “Concordo, è evidente, i bambini candidi sono razzismo, dobbiamo fermare il razzismo” dice il perito psicomentale. “I telegiornali della sera, sempre molto attenti alle questioni razziali e alle discriminazioni a danno degli stranieri, non hanno nemmeno parlato di questo assassinio razziale a danno del povero indigeno candido, hanno parlato delle inoculazioni, perché c’è chi le vuole abolire, ma se fanno così bene, se salvano vite, se la Vera Scienza dice che non ci sono effetti strani, perché c’è chi le vuole abolire?” dice il giornalista. “Non dobbiamo alimentare l’odio, i migranti soffrono, per loro è già abbastanza traumatico il viaggio, non dobbiamo disturbare in nessun modo il processo integrativo sostitutivo, noi non facciamo figli, loro sono il nostro futuro, così vuole la grande fratellanza globale!” dice lo psicomentale. "Santo Creatore quanto abbiamo bisogno d'aiuto! Ti prego aiutaci!" dice il giornalista con gli occhi rivolti in alto.
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