“Le sfilate sono molto impegnative!” dice il giornalista. “Non è importante, il mondo non ha barriere per la Moda, la Moda è senza barriere, la Moda abbatte i muri, costruisce ponti, supera i confini, la Moda è no border, da sempre la Moda odia i confini, i limiti, le nostre sfilate come i nostri abiti, le nostre creazioni, migrano in tutto il mondo, i nostri capi non conoscono confini!” dice lo stilista di fama mondiale. “Un percorso lungo” dice il giornalista. “Un percorso inclusivo, aperto alla diversità, che ama la diversità, sempre disposto ad accogliere e integrare le suggestioni straniere perché la diversità lo sanno tutti, arricchisce, su questo non abbiamo dubbi!” dice entusiasta lo stilista tranx di successo. “Si tratta di valorizzare la diversità che da forza” dice il giornalista disinteressato. “Sono d’accordo, la diversità da forza per questo dobbiamo valorizzarla a ogni costo, sbaglia chi chiude i confini, chi costruisce muri e chiude i porti all’arricchimento migratorio straniero, sbagliano gli identitari che si isolano, chi non accettano la diversità del sud, la diversità di colore, la diversità porta ricchezza e colore appunto, noi siamo così pallidi, così sfibrati, smorti, affaticati, sterili, senza più forze vitali, sempre in costante declino demografico, allora perché dovremmo chiuderci alla diversità straniera che ci arricchisce, che ci da colore e calore umano e ci rende di nuovo fertili? Lei capisce non ha proprio senso!” dice entusiasta lo stilista di successo. “Così avete scelto la diversità come tema per le vostre creazioni?” domanda il giornalista. “Certamente, è stata un’ispirazione improvvisa, spontanea, indipendente, noi stilisti e operatori del mondo della Moda Internazionale siamo molto gelosi della nostra indipendenza e della nostra creatività!” dice entusiasta lo stilista di successo. “Posso capire!” dice il giornalista. “La diversità etnica non solo è un valore ma un plus plus valore, i colori per esempio, il bianco è opprimente, oppressivo, angosciante, diciamocelo, insopportabile! Tutta questa fissazione verso l’omogeneità, tutti presi a fissarsi l’ombelico, ossessionati dai valori tradizionali, il sacrificio di se, il decoro morale, basta basta basta! Viva la ribellione! Viva la DIVERSITÀ’! Nel mondo c’è tutta questa complessità ma allora perché diavolo non aprirsi alla diversità? Perché non scegliere i colori dell’arcobaleno, la libertà di genere freesenxtranx, perché fare l’amore in modo tradizionale, quando puoi farlo con chiunque e in mille modi diversi? Il missionario ha stancato, basta! Perché usare l’orinatoio quando puoi pisciare ovunque? Perché scegliere la fertilità, quando puoi avere la libertà contraccettiva e la libertà dell’interruzione gravidativa? Perché optare per la responsabilità quando puoi avere l’irresponsabilità? Francamente non capisco, perché scegliere l’oppressione quando puoi avere la LIBERTÀ’! Il padre, la colpa è del padre! Dobbiamo uccidere il padre, è questo il principale tema d’ispirazione per le nostre collezioni, è questo il fil rouge, il leitmotiv delle nostre creazioni, il padre opprime, si tratta di uccidere il padre che incarna l’oppressione distruttrice di ogni creatività, la creatività è legata alla morte del padre! Noi del mondo dell’Alta Moda non possiamo vivere senza creatività, per noi è come il sangue per i vampiri, per questo dobbiamo ribellarci, insegniamo la ribellione ai nostri giovani, insegniamogli a uccidere il padre e a commettere incesto con la madre, siamo aperti, liberi, dobbiamo essere liberi, dobbiamo portare la ribellione in tour, non possiamo vivere senza diversità, senza apertura, dobbiamo imparare a divaricare le gambe, per questo le nostre modelle sono tutte di colore, i colori non solo negli abiti ma anche nella pelle, abbiamo scelto la diversità, il colore, la gioia, la libertà di essere noi stessi contro l’oppressione bianca!” dice entusiasta lo stilista di successo. “Ha senso, insomma la diversità anche di genere!” dice il giornalista. “Ma certo! Perché le donne devono indossare le gonne? Ma dove sta scritto? Perché un uomo non può indossare la minigonna come fanno le donne? Ma soprattutto perché dobbiamo distinguere tra maschi e femmine? La Vera Scienza lo conferma! Si tratta di costrutti sociali, di abitudini oppressive scorrette! Se l’uomo vuole indossare il reggiseno deve poterlo fare! Perché impedirglielo? Perché esercitare questa violenza soprattutto ai nostri giovani desiderosi di sperimentare? Perché vietare la libertà? Perché opprimere i nostri bambini con i generi sessuali passati che non hanno senso nelle nostre società moderne ed evolute? Perché perpetuare questa insana follia?” dice entusiasta lo stilista di successo. “Per questo i vostri abiti sono freesenxtrnax?” domanda il giornalista. “Certamente, le nostre creazioni sono valide per tutti, noi in perfetta aderenza con le più recenti scoperte scientifiche non accettiamo la distinzione tra uomo e donna, i nostri abiti sono per tutti e tutti li possono indossare, perché tutti possono essere ciò che vogliono” dice entusiasta lo stilista di successo. “Abiti per tutti intrisi di diversità” dice il giornalista. “I nostri abiti incarnano la Libertà come valore universale, come diritto umano fondamentale essenziale, i nostri abiti incorporano la diversità del mondo libero no border, dobbiamo avere il coraggio di liberare le nostre forze creatrici, dobbiamo poter esplorare liberamente la nostra creatività senza barriere, senza muri, senza confini, accettando i flussi migratori provenienti dal sud perché ci rendono forti, ci arricchiscono” dice entusiasta lo stilista di successo. “Accettare le suggestioni provenienti da culture diverse, in passato l’identità, la specificità era garanzia di qualità e affidabilità, l’identità era un marchio di fabbrica, un valore aggiunto, i nostri stilisti sono sempre stati apprezzati in tutto il mondo proprio per la specificità tipica, l’identità, l’originalità, la peculiarità, il gusto, la qualità, la precisione, l’ingegno distinto rispetto agli altri tipi specifici, molti stilisti stranieri venivano da noi a imparare perché questo dava un valore aggiunto alle loro creazioni, adesso invece la moda accetta suggestioni straniere, dissolve il proprio elemento specifico nel mare della diversità, questo non va a detrimento della qualità del prodotto finito, notoriamente molto alta?” dice il giornalista. “Sciocchezze, si tratta di pregiudizi mitologici, se un prodotto è di qualità, di valore alto, se noi aggiungiamo elementi esterni, noi andiamo a potenziare, a migliore il prodotto finale, aggiungendo valore a un prodotto di valore produciamo valore superiore, un plus valore, questo è il successo del multiculturalismo, non è un deterioramento ma un potenziamento, come aggiungere dell’acqua a del vino d’annata, si migliora, acquista ricchezza, valore, la diversità aggiunge valore e non può che rafforzarci, capisce? Dobbiamo accoglierli non abbiamo alternative! Non possiamo respingerli! I nostri capi non sono ne carne ne pesce perché sono pieni di concetti, culture e suggestioni diverse esterne, i nostri prodotti sono indeterminati, senza genere, senza età, senza valore determinato, sono come dei contenitori e sono i nostri clienti miliardari che li riempiono di contenuto arricchendoci, sono i clienti miliardari che fanno l’Alta Moda, sono loro che guidano la nostra creatività con i loro denari, sono loro che pagano per la diversità, e noi gli diamo la diversità che chiedono, l’inquadramento valoriale è pericolo, molto pericolo, porta diatribe, odio, conflitti perenni, per esempio i nostri tailleur sono di lana bouclé abbinati con cappelli folk che sono un po' orientatali, un po' meridionali, un po' tutto, capisce, è questo il valore aggiunto! Perché auto limitarsi se a un tailleur posso abbinare un cappello da pescatore di trote meridionale? E’ questa la libertà! Il segreto è il multicolor! Il mix etno! Il multiracial! Il mix tra occidente e oriente, settentrione e meridione! I nostri capi accolgono la diversità! I nostri capi fanno quello che non fanno i nostri politici ostinatamente identitari! L’identità fa parte del passato! L’identità ha stancato! Adesso c’è il mix, la commistione, l’influenza esterna, l’apertura, il piacere! I nostri capi accolgono identità straniere! Capisce!” dice entusiasta lo stilista di successo. “E’ questo il filo rosso? Il mix!” dice il giornalista. “Certamente, il fil rouge che unisce la diversità è la rinuncia a tutti i nostri paletti culturali tradizionali in favore delle culture straniere, uccidere il padre indigeno per fare posto agli stranieri, la rinuncia implica un arricchimento sbalorditivo!” dice entusiasta lo stilista di successo. “Insomma, viva la diversità!” dice il giornalista. “Certamente, viva la diversità, a morte i padri indigeni! Anche nella Moda il bianco opprime, il nero invece trionfa in tutte le sfumature! L’uomo candido deve ritrovare il coraggio della sperimentazione estintiva!” dice entusiasta lo stilista di successo. “Si tratta di Moda o di Politica?” domanda il giornalista. “Quando il potere si prende tutto, tutto diventa espressione del potere, strumento del potere, del volere del potere, compresa la Moda, e dunque tutto diventa politica” dice entusiasta lo stilista.
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