“Li hanno presi?” domanda l’ispettore. “Sì ispettore, li hanno già interrogati” dice l’agente. “Hanno detto qualcosa?” domanda l’ispettore. “Hanno confessato tutto” dice l’agente di sevizio. “Hanno confessato? Ottimo, era inevitabile tutte le prove portavano a loro, che cosa hanno ammesso?” domanda l’ispettore. “Tutto, hanno ammesso il delitto efferato del povero religioso per scopi ritualistici il giorno quindici gennaio alle diciotto e quaranta, hanno ammesso di far parte di una setta dedita all’adorazione del maligno per l’acquisizione di sempre maggiore potere materiale, lo hanno macellato, lo hanno dissanguato, torturato, seviziato, avrebbero proseguito i loro riti efferati se il povero religioso non fosse morto per dissanguamento, ma c’è un problema” dice l’agente. “Che tipo di problema?” domanda l’ispettore. “Sono arrivati degli avvocati dalla capitale, alcuni dall’estero, sono molto agguerriti, sostengono con forza che sono stati violati i diritti dei loro assistiti, che persistono difetti procedurali negli interrogatori che li invalidano, a loro dire le confessioni non hanno nessun valore legale ne tanto meno processuale perché sono state estorte in assenza di un avvocato difensore, ma non solo, loro affermano che le testimonianze sono state estorte con la forza bruta” dice l’agente. “Abbiamo le registrazioni?” domanda l’ispettore. “Certamente” dice l’agente. “Dimostreremo che le testimonianze non sono state estorte con la forza e che sono avvenute in un contesto legale” dice l’ispettore. “Gli avvocati insistono, chiedono la liberazione immediata dei loro assistiti in quanto innocenti, il Capo della Polizia sollecitato dai piani alti, si dice sia intervenuto persino il Presidente del paese, ha già emesso un ordine di scarcerazione con effetto immediato per i poveri innocenti arrestati!” dice l’agente. “Li scarceriamo?” domanda stupito l’ispettore. “Li dobbiamo scarcerare” dice l’agente. “Ma hanno confessato!” dice l’investigatore. “Lo so, hanno persino rivelato dove hanno seppellito i resti del povero religioso dopo averlo spietatamente torturato e brutalmente assassinato” dice l’agente. “Avete verificato?” domanda l’ispettore. “Sì, i resti erano dove ci hanno indicato!” dice l’agente. “Ma se non sono stati loro a ucciderlo, se le confessioni sono state estorte con la forza, come sostengono gli avvocati difensivi, come facevano a sapere dove si trovavano i resti della vittima?” domanda l’ispettore. “Un caso fortuito dicono gli avvocati, una coincidenza, mi dispiace ispettore, dobbiamo liberarli, così vuole la legge, ma non è finita” dice l’agente. “Cos’altro?” domanda l’ispettore. “Sei stato sospeso! Il capitano mi ha detto di dirti che per fare bene il proprio mestiere, bisogna prima imparare a chi non pestare i piedi” notifica l’agente.
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