“Se io dico tratta tu cosa pensi?” domanda il giornalista. “Fammi indovinare, di esseri umani?” dice il direttore. “Dall’oriente verso il continente occidentale, nella capitale del nord il centro di smistamento” dice il giornalista. “C’era da aspettarselo, ieri ero di fretta, ho preso il bus in centro città, sembrava di stare in uno di quei centri profughi del sud che ci mostrano in televisione, compresa le nudità, la sporcizia, la puzza e gli escrementi, ero l’unico indigeno e francamente non mi sentivo molto arricchito, tutti mi guardavano come un estraneo” dice il direttore. “Siamo estranei! Molti indigeni coinvolti, compresi avvocati e funzionari pubblici indigeni che hanno supportato dall’interno i criminali stranieri” dice il giornalista. “Non si organizza una cosa così senza collaborazioni interne” dice il direttore. “I capi erano stranieri, stranieri del sud, ma residenti al nord, molti sono spariti, irrintracciabili!” dice il giornalista. “Qualcuno interno alle forze dell’ordine deve averli avvisati” dice il direttore. “Gestivano un ingente traffico di clandestini provenienti dal sud” dice il giornalista. “Attività molto redditizia in questi tempi di crisi...” dice il direttore. “Producevano documenti falsi, carte identitarie, nulla osta, permessi soggiornativi, documenti ufficiali, avevano varie case sparse nel territorio nordico su cui poter fare affidamento, molte in luoghi altolocati, insospettabili, un’organizzazione molto ben strutturata con diramazioni internazionali, avevano anche vari centri di raccolta migranti sparsi sul territorio, dove concentravano i clandestini prima di poterli smistare sul territorio nordico continentale” dice il giornalista. “Come riuscivano a farli entrare nel paese?” domanda il direttore. “Con degli aerei” dice il giornalista. “Clandestini fatti entrare illegalmente in aereo?” domanda esterrefatto il direttore. “I documenti falsi servivano a questo, naturalmente i complici erano anche all’interno delle compagnie di volo e negli aeroporti, nulla era lasciato al caso, usavano rotte turistiche” dice il giornalista. “Voli internazionali per clandestini! Siamo senza speranza! Questo spazza via tutta la narrazione dei sofferenti che scappano dalla fame, arrivano con gli aerei!” dice sconsolato il direttore. “L’organizzazione incassava milioni di denari per farli entrare illegalmente” dice il giornalista. “Chi può pagare tanto per invadere il continente del nord?” domanda il direttore. “Domanda retorica, chi ha le finanze per farlo, comunque con un singolo clandestino incassavano decine di migliaia di denari, loro procuravano documenti falsi, identità, finti parenti, storia strappalacrime, vestiti, case sicure e quant’altro, in questo modo li smistavano ovunque sul territorio continentale, il tutto senza nascondersi, perché ufficialmente era tutto legale, trafficavano anche bimbi stranieri a cui procuravano finte madri, nelle intercettazioni li chiamavano ‘roba’, mi dai la ‘roba’?” dice il direttore. “Come facevano a procurarsi i documenti falsi?” domanda il direttore. “Facile, avevano una stamperia molto sofisticata qui al nord, hanno trovato scatoloni pieni di carte d’identità false, non solo cartacee, anche elettroniche! Come ti dicevo sono molto preparati, chiaramente l’organizzazione criminale non è stata smantellata, il puzzle è ancora tutto da dipanare e viste le dimensioni del tumore, non credo verrà mai risolto” dice il giornalista. “Se sulla rete digitale scrivo un messaggio di poche righe non conforme alla morale pubblica e alla correttezza del linguaggio imposta dalla comunità virtuale, un’entità eterea tirata fuori alla bisogna, il giorno dopo la polizia mi perquisisce l’appartamento e mi porta via i computer e i telefoni, e questi fanno quello che fanno così alla luce del sole! Qui si sente puzza di bruciato, non si fanno cose così senza la collaborazione dei servizi statali, deviati, sia chiaro!” dice il direttore. “Insomma nessuno è stato arrestato, tutti dileguati, spariti! Intanto in autostrada hanno fermato un tir carico di migranti clandestini, adesso sono sotto custodia...” dice il giornalista. “Gli stanno dando la cittadinanza! La morale qual è?” dice sarcastico il direttore. “Soffrono, dobbiamo accoglierli e integrarli” dice il giornalista. “Bravo!” dice il direttore. “Prima pagina? Titolone? Suscitiamo una bella ondata emotiva?” domanda il direttore. “Non scherzare, cestino, passiamo alle cose serie!” dice il direttore. “Avanti così!” dice il giornalista.
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