“Dove?” domanda il direttore. “In stazione centrale” dice il giornalista. “Come si è svolta la faccenda?” domanda il direttore. “Un uomo...” dice il giornalista. “Un giovane migrante illegale di colore del sud” dice il direttore. “Sì era sottinteso, il codice deontologico, non dobbiamo rivelare l’etnia del criminale se si tratta di un individuo straniero mentre se è indigeno...” dice il giornalista. “Se è indigeno candido, facciamo due paginate di speciale nella cronaca con l’intervista allo psicologo che ci spiega quanto è colpevolmente colpevole e razzistico l’uomo candido indigeno che si ribella all’invasione sostitutiva straniera, prosegui” dice il direttore. “Ha accoltellato alla gola una guardia, poi vedendolo a terra in fin di vita gli ha sottratto la pistola d’ordinanza e si è sparato in testa, un episodio analogo è successo alla stazione centrale di quella grande città al nord qualche giorno fa, solo che in questo caso gli agenti sono riusciti a fermare il criminale migrante illegale dopo l’accoltellamento alla gola dell’agente” dice il giornalista. “Azioni terroristiche coordinate e premeditate?” domanda il direttore. “Nell’episodio al nord lo straniero prima di accoltellare al collo l’agente, ha fatto l’urlo terroristico tradizionale, rivendica affiliazioni terroristiche, mentre nell’episodio della capitale i primi testimoni non riportano urla incitanti all’attacco religioso contro gli eretici e gli infedeli” dice il giornalista. “Premalismo scuro contro gli indigeni candidi?” domanda il nazionale. “Di certo non c’è amore da parte degli stranieri del sud accolti nelle terre nordiche nei confronti degli accoglitori indigeni candidi, c’è molto odio, gli stranieri vogliono di più” dice il giornalista. “Bene senti, si tratta certamente di un caso d’infermità mentale, non certo di razzismo nero contro gli indigeni accoglitori, certamente il povero migrante soffriva e si è abbandonato a un gesto inconsulto, terrorismo non è, non può essere, è tutto ok” dice il direttore. “Sentiamo lo psicologo?” domanda il giornalista. “Lo psicologo insieme al sociologo, li sentiamo solo se c’è da colpevolizzare il candido indigeno, in questo caso perché li vuoi sentire?” domanda il direttore. “Sempre per lo stesso intento, colpevolizzare il candido indigeno accoglitore” dice il giornalista. “Non capisco” dice perplesso il direttore. “I cosiddetti esperti faranno un’analisi di questo tipo, i migranti clandestini illegali del sud che ogni giorno a migliaia approdano illegalmente sulle nostre coste, si ammassano all’uscita degli uffici, dei supermercati, nelle stazioni dove ogni giorno si registrano episodi di violenza e intolleranza, stupri, rapine, accoltellamenti, spaccio di droga, degrado, ma la colpa di tutto questo è certamente dei candidi che non accolgono come si deve, che sottraggono la dignità a questi giovani stalloni neri migranti illegali clandestini del sud ammassati nei quartieri, che li trattano con sufficienza, i migranti illegali clandestini hanno la loro dignità che non può essere calpesta, loro arrivano qui da noi al nord, affrontando mille difficoltà e fatiche, con le migliori intenzioni, pieni di speranze, desiderosi di fare del bene, ma i candidi colpevolmente li ignorano, i migranti sono frustrati ed è normale che reagiscano malamente anche con violenza omicida alle moleste provocazioni candide, è normale, loro fanno di tutto per venire qui da noi ad arricchirci e noi li ignoriamo, li sottovalutiamo, li umiliamo, li reprimiamo, li opprimiamo, non condividiamo con loro le nostre ricchezze, le nostre case, le nostre figlie, loro sono giovani maschi e hanno le loro esigenze ed è chiaro che se non si sfogano con le indigene candide, poi possono esserci situazioni di violenza, la repressione sessuale porta violenza, la repressione sex è come una bomba, prima o poi esplode, dobbiamo fare sfogare questi giovani stalloni neri illegali clandestini del sud che si ammassano nelle nostre città carichi di aspettative e di bisogni primari, vogliosi di esternare i loro umori caldi sul nostro futuro, i candidi colpevoli non possono continuare ad ignorare il problema, devono agire, devono aprirsi, le giovani soprattutto, bisogna fare presto, perché ogni indigeno candido morto ucciso da loro, è colpa non loro ma, nostra, da un certo punto di vista gli stranieri repressi non hanno scelta, a un certo punto devono sfogarsi, ma gli indigeni scelte ne hanno eccome, partendo dal presupposto che per umanità non possono respingere gli illegali stranieri clandestini del sud, devono accogliere come si deve, in modo umano e rispettoso della dignità umana, dei diritti universalistici, della carità religiosa spinale, gli indigeni devono creare stanze nelle proprie abitazioni, nelle camerette delle loro bambine per esempio, dove accogliere migranti stranieri illegali del sud, certamente questo ridurrebbe di molto gli episodi di violenza, episodi, va ribadito con forza, i cui unici responsabili sono sempre e solo i candidi bianchi colpevoli a priori, gli diamo da mangiare, gli portiamo i pasti caldi, gli diamo supporto psicologico, gli diamo supporto linguistico, gli insegniamo la nostra lingua, eroghiamo per loro corsi di nuoto gratuiti, corsi di apicoltura, li accogliamo nelle strutture alberghiere, gli cerchiamo un lavoro, gli diamo supporto sanitario gratuito, supporto legale gratuito, lo stato stanzia miliardi ogni hanno per loro mentre i giovani indigeni non fanno figli candidi perché inquinano, ed emigrano, ma non basta, gli indigeni devono metterci la testa, devono agire, devono fare presto, devono mescolarsi con l’elemento nero del sud, devono lavorare di più sull’umanità, sulla solidarietà, sull’amore, i migranti bevono alcolici perché soffrono, si drogano perché soffrono, e siamo noi che li facciamo soffrire, che gli creiamo disagi mentali, siamo noi i veri colpevoli di tutto, tutta la nazione, tutto il continente nordico deve adeguarsi alle loro legittime esigenze, in fretta e presto!” dice il giornalista. “Perfetto, mi sorprendi sempre” dice il direttore. “Non è una barzelletta, o ci mescoliamo con l’elemento nero, ho creiamo una nuova umanità non candida, mescolata, slegata, o inscenano la terza guerra mondiale e ci radono al suolo con le testate nucleari” dice il giornalista. “Lo so, siamo sotto ricatto” dice il direttore.
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